Maria ci insegna a non avere vergogna delle lacrime, perché piangere vuol dire “aprirsi al Padre e ai fratelli”, lasciarsi intenerire, “commuovere dalle ferite di chi incontriamo lungo il cammino; saper condividere, saper accogliere, saper gioire”. E le lacrime di Maria “sono anche segno del pianto di Dio per le vittime della guerra che sta distruggendo non solo l’Ucraina”, ma tutti i popoli coinvolti, “il popolo vincitore” come “il popolo sconfitto” e anche “chi la guarda”. Papa Francesco parla così ai quasi tremila rappresentanti della comunità pastorale del Santuario della Madonna delle Lacrime di Treviglio, nel milanese, incontrati in Aula Paolo VI, e confida loro di essere certo che la Madre ha accolto la supplica affidata al suo Cuore immacolato “e intercede per la pace, lei che è la Regina della Pace”.
La comunità ha chiesto di incontrare il Papa nell’ambito delle celebrazioni per i cinquecento anni del miracolo della lacrimazione di un’immagine della Vergine col Bambino, conservata nel convento delle agostiniane di Treviglio, i 28 febbraio 1522, mentre le truppe francesi del generale Lautrec stavano per attaccare il borgo. Il generale, devoto alla Madonna, depose elmo e spada seguito dai suoi soldati, e tolse l’assedio alla città, che si salvò dalla distruzione.
Ai fedeli presenti in Aula Paolo VI, accompagnati dal parroco don Norberto Donghi e dall’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, Francesco ricorda gli altri santuari dedicati alla Vergine Maria che lacrima, da Siracusa a La Salette, in Francia.
“Ma il vostro – sottolinea – è molto più antico”. E spiega, offrendo a tutti un’intensa meditazione sul pianto di Maria, che le lacrime della Madre “sono il riflesso delle lacrime di Gesù”. Che ha pianto, come ci riporta il Vangelo, sulla tomba dell’amico Lazzaro e davanti a Gerusalemme. In entrambi i casi ricorda il Pontefice “furono lacrime di dolore. Ma possiamo immaginare che Gesù abbia pianto anche di gioia, ad esempio quando vedeva i piccoli, gli umili del popolo accogliere con entusiasmo il Vangelo”.
E Maria, “la prima discepola”, ha seguito il Figlio “anche nella santità dei sentimenti, delle emozioni, anche nel riso e nel pianto”. Quindi, prosegue Papa Francesco, “sicuramente dai suoi occhi scesero lacrime di gioia quando diede alla luce Gesù” e “vide i pastori e i Magi prostrarsi davanti a Lui”. E pianse lacrime amare, alla fine, seguendolo nella via dolorosa “e mentre stava sotto la croce”. Le lacrime di Maria, chiarisce il Papa, “sono state trasformate dalla grazia di Cristo, come tutta la sua vita”. Perciò “quando Maria piange, le sue lacrime sono segno della compassione di Dio”.
Dio ha compassione per noi, sempre; e Dio vuole perdonarci. E vi ricordo una cosa: Dio perdona sempre! Sempre! Siamo noi a stancarci di chiedere il perdono. E per questo le lacrime della Madonna sono un segnale della compassione di Dio che con questa compassione ci perdona sempre; sono un segnale del dolore di Cristo per i nostri peccati, per il male che affligge l’umanità, specialmente i piccoli, e gli innocenti, che sono coloro che soffrono.
di Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano per Vaticannews
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