Per Francesco sarà la terza volta nella Chiesa del Gesù, dopo la Messa concelebrata con i confratelli gesuiti il 31 luglio e l’incontro al Centro Astalli. La Messa è in programma per le 9; con il Papa, ha informato padre Lombardi, concelebreranno i Gesuiti presenti a Roma. Dopo aver firmato, per il Beato Favre, la canonizzazione equipollente – che si ha quando il Papa estende precettivamente a tutta la Chiesa il culto di un servo di Dio non ancora canonizzato, mediante l’inserimento della sua festa, con Messa e ufficio, nel calendario della Chiesa universale – il Papa, ha riferito il portavoce vaticano, ha telefonato al preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolàs, per dirgli: «Sono stato il primo, con la mia firma, a pregare per il nuovo Santo».
Su questa giornata Sergio Centofanti della Radio Vaticana ha sentito padre Giuseppe Bellucci, direttore dell’Ufficio stampa della Compagnia di Gesù a Roma (file disponibili in formato audio):
R. – La caratteristica più interessante, forse, è che sono stati scelti sei rappresentanti per le sei Conferenze dei provinciali in cui è divisa la Compagnia di Gesù. Rappresenteranno simbolicamente un po’ tutta la Compagnia. Alla fine della celebrazione, il Papa ha espresso il desiderio di salutare singolarmente tutti i gesuiti presenti.
D. – Cosa significa per voi gesuiti la ricorrenza liturgica del Santissimo Nome di Gesù?
R. – Il Nome di Gesù è il “Titolo” della Compagnia. Sant’Ignazio ha voluto che la Compagnia da lui fondata fosse insignita del Nome di Gesù. Per noi, quindi, è la festa principale. Che il Papa abbia scelto la festa di Gesù per ringraziare per questo nuovo santo e per celebrare con i gesuiti, a noi sembra estremamente significativo.
D. – Quali sono le principali caratteristiche di questo nuovo santo, Pietro Favre?
R. – Beh, intanto una profonda spiritualità, che potremmo chiamare la spiritualità di tutte le cose. Potremmo dire che è una spiritualità in cammino, perché lui ha viaggiato molto per l’Europa. E’ anche un precursore, in un certo senso, del dialogo ecumenico: ha lavorato molto nel tempo della Riforma e della Controriforma cattolica, ma sempre in uno spirito di dialogo, in un atteggiamento di comprensione. Credo, quindi, che in questo senso sia un santo estremamente moderno.
D. – Con quale spirito accogliete il Papa gesuita?
R. – Per noi, certamente, è un momento di gioia incontrare il Papa, un nostro confratello. C’è certamente attesa per il messaggio che lui vorrà darci. Direi poi che sia un momento opportuno anche per noi gesuiti di tornare alle fonti, all’origine della nostra spiritualità per approfondire quelle che, per Favre e per i primi compagni di Sant’Ignazio, sono stati i fondamenti della nostra vita come gesuiti.
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