“E’ tempo di dire basta al traffico indiscriminato delle armi. Impegnamoci tutti perché tragedie così non possono più accadere”. Così si è espresso il Papa questa mattina dopo la catechesi all’udienza generale in Piazza San Pietro sulla strage nella scuola elementare nella scuola di Uvalde costata la vita a 21 persone, 18 bambini e tre adulti, il secondo bilancio per gravità nella storia americana per episodi analoghi avvenuti in una scuola.
Ad agire è stato un giovane, poi ucciso dalle forze dell’ordine, che ha aperto il fuoco nelle classi dopo aver ferito la nonna che aveva tentato di fermarlo.
La voce dei vescovi americani si era subito fatta sentire, in particolare il cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, ha condannato le leggi sul possesso di armi da fuoco. “Dobbiamo piangere e immergerci nel dolore”, ha affermato il porporato in una dichiarazione, “ma poi dobbiamo essere pronti ad agire di fronte a quella che sembra una disperazione insormontabile”. “Sono passati dieci anni dalla strage alla Sandy Cook, anche questa una scuola elementare, in cui 20 delle 26 vittime erano bambini.
Nel ricordare quella e le altre numerose tragedie in insituti negli Stati Uniti negli ultimi anni, il presule si è domandato: “Cosa speriamo per i nostri figli? Che imparino come comportarsi in caso di attacco da parte di un tiratore? Che si sentano in pericolo semplicemente facendo ciò che la società dice essere un bene per loro: andare a scuola? Che arrivino a chiedersi se hanno un futuro?”. L’arcivescovo di Chicago ha poi citato uno studio della Northwestern Medicine del 2021, che aveva rilevato come il divieto federale sulle armi d’assalto abbia impedito 10 sparatorie di massa nei 10 anni in cui è stato in vigore. “I ricercatori – ha notato – hanno anche stabilito che se il divieto fosse rimasto in vigore negli anni successivi alla sua scadenza, avrebbe potuto prevenire altre 30 sparatorie pubbliche che hanno ucciso 339 persone e ne hanno ferite altre 1139”.
Il cardinale Cupich, supportato da tutti i vescovi degli Stati Uniti, ha chiesto a tutti di immaginare “di essere un genitore con un figlio in quella scuola”, e poi: “Immaginate di doverli seppellire”. L’America è piena di armi. “Abbiamo più armi da fuoco che persone”, ha detto ancora. Nonostante non sia sempre stato cosi, “le sparatorie di massa sono diventate una realtà quotidiana nell’America di oggi”. “Il diritto di portare armi non sarà mai più importante della vita umana – conclude Cupich e aggiunge – anche i nostri figli hanno dei diritti. E i nostri funzionari eletti hanno il dovere morale di proteggerli.
Antonella Palermo e Francesca Merlo per Vaticannews.va
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