Alessandro De Carolis e Eugenio Bonanata – Città del Vaticano per Vaticannews.va
Il Piemonte abbraccia il Papa, che per un giorno riserva tutto lo spazio agli affetti di famiglia, in particolare con la visita alla cugina Carla Rabezzana, da pochi giorni novantenne, residente a Portacomaro, e poi – dopo aver fatto tappa nella locale casa di riposo – alla cugina Delia Gai, che vive con altri parenti nella località di Tigliole.
Francesco è arrivato in elicottero al campo sportivo di Portacomaro Stazione, in provincia di Asti, poco prima di mezzogiorno, accolto dal parroco della frazione, don Luigino Trinchero, e dopo una breve sosta nella chiesa locale si è diretto in auto dai suoi familiari salutato da qualche centinaio di persone assiepate lungo la strada, che hanno fatto ala ai primi istanti di una visita dal carattere strettamente privato, cui domani seguirà alle 11 il primo momento pubblico in terra piemontese, con la Messa presieduta nella cattedrale di Asti.
La visita è l’occasione per riandare con la mente al passato, a quelle che un’altra cugina di Francesco, Nella Bergoglio, sottolinea siano “le terre delle sue origini”. Nella Bergoglio condivide con il Papa il trisnonno Giuseppe e in una intervista nell’ambito del documentario ‘Radici’ – realizzato da Telepace e Rete 7 in occasione della visita del Papa ad Asti – precisa di essere nata proprio in quel casale chiamato Brico Marmorito che si trova nel territorio della città ai confini di Portacomaro. “Francesco – dice mostrando una foto – veniva qui a trovare gli altri parenti quando si recava a Torino dai cugini più stretti”.
L’emozione è grande per l’arrivo del Pontefice nella città piemontese. Sembra un po’ il clima che si respirava all’indomani del 13 marzo 2013, dicono dalla redazione della Gazzetta d’Asti. “All’inizio – afferma il giornalista Stefano Masino – erano in pochi a sapere delle origini piemontesi di Papa Francesco”. Giancarlo Libert, appassionato di storia dell’emigrazione piemontese in Argentina, fu il primo a parlarne attraverso i suoi libri.
“Le notizie che avevo avuto – racconta – sono state pubblicate nel 2005 (titolo del libro Astigiani nella Pampa): intorno al 2003-2004 avevo già preso contatti con parenti in Piemonte proprio per avere delle informazioni”. Un filone di ricerca sviluppato negli anni successivi grazie al contributo di Orsola Appendino.
Anche Nella Bergoglio ha iniziato a livello epistolare il suo rapporto con il Santo Padre prima dell’elezione al soglio di Pietro. Poi, il giorno di Natale del 2021, ci fu una telefonata. Quando dall’altro capo sentì una voce che diceva “sono Papa Francesco”, lei rispose: “Eh! E magari io non ci credo”. Poi, soggiunge, “ho capito che era proprio lui: mi sono emozionata, ho pianto, sono andata in tilt e non ricordo cosa ci siamo detti”. La signora conserva ancora traccia di questa telefonata sul suo cellulare.
Le lettere, invece, sono conservate all’interno di una scatola. Mentre nel suo cuore sono custoditi tutti gli incontri avvenuti dopo il 2013 a Santa Marta e a margine di qualche udienza in Vaticano. “Anche questo rapporto coi parenti che ha sempre mantenuto vivo – chiosa il direttore della Gazzetta d’Asti, don Dino Barberis – dimostra l’attaccamento del Papa a queste terre e alle sue origini piemontesi”.
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