Debora Donnini – Città del Vaticano
“E’ il momento di difendere” la Chiesa dal Grande Accusatore con la preghiera e la penitenza: i figli siamo tutti sporchi ma la Chiesa non va sporcata. Così il Papa, stasera, nel discorso a braccio per la Chiusura del Sinodo dei Vescovi dedicato ai giovani. Francesco chiede anche di lasciare lavorare “nel nostro cuore” questo Documento finale: “siamo noi i primi destinatari”, dice con chiarezza al termine dei lavori di questa Assemblea sinodale che, apertosi il 3 ottobre, si chiuderà domani con la Messa nella Basilica Vaticana.
Prima di tutto, il Papa sottolinea che il Sinodo non è un parlamento. “E’ uno spazio protetto perché lo Spirito Santo possa attuare” e per questo – spiega – le informazioni che si danno sono generali e non “le cose più particolari”. Ricorda, poi, che “il risultato del Sinodo non è un documento”. “Siamo pieni di documenti”, afferma, “non so se questo documento fuori farà qualcosa” ma “so che deve fare in noi, deve lavorare in noi”.
Adesso lo Spirito ci dà a noi il documento perché lavori nel nostro cuore. Siamo noi i destinatari del documento. Non la gente di fuori. E che questo documento lavori, e fare preghiera con il documento, studiarlo, chiedere luce, altro … ma è per noi, il documento: principalmente. Sì, aiuterà tanti altri, ma i primi destinatari siamo noi: c’è lo Spirito che ha fatto tutto questo, e torna a noi. Non dimenticarlo, per favore.
Poi il Papa mette l’accento sulla santità della Chiesa, che va difesa. La “nostra Madre è santa” ma i figli “siamo tutti peccatori”, sottolinea e proprio “a causa dei nostri peccati, sempre il grande Accusatore” approfitta e gira per la terra cercando chi accusare. “In questo momento ci sta accusando forte”, prosegue il Papa, “e questa accusa diventa persecuzione” afferma facendo riferimento alle persecuzioni dei cristiani in varie parti del mondo. Ma – ricorda – che “diventa anche un altro tipo di persecuzione, accuse continue per sporcare la Chiesa. E la Chiesa – ammonisce – non va sporcata: i figli “siamo tutti sporchi” ma la Madre, no:
E per questo è il momento di difendere la Madre: e la Madre la si difende dal Grande Accusatore con la preghiera e la penitenza. Per questo ho chiesto, in questo mese che finisce tra pochi giorni, di pregare il Rosario, pregare San Michele Arcangelo, pregare la Madonna perché copra sempre la Madre Chiesa. Continuiamo a farlo. E un momento difficile, perché l’Accusatore tramite noi attacca la Madre, e alla Madre non la si tocca. Questo volevo dirlo di cuore al finale del Sinodo.
All’inizio del suo discorso a braccio, il Papa ha voluto ringraziare con calore tutti coloro che hanno lavorato a questo Sinodo che si conclude domani. E ringrazia specialmente loro, i giovani, che – afferma – “ci hanno portato la loro musica qui in Aula: “musica” – dice scherzando – è la parola diplomatica per dire “chiasso”. In conclusione, Francesco ricorda che adesso, lo Spirito Santo “regala questo documento per tutti noi, anche per me, per riflettere cosa vuole dirci a noi”.
Prima del Papa, sono intervenuti il cardinale Louis Raphael Sako, Presidente Delegato al Sinodo dei Vescovi dedicato ai giovani, e il cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi. Esprimendo gratitudine per questa Assemblea sinodale, il cardinale Sako ricorda che milioni di fedeli pregano ogni giorno per il Papa e un proverbio in arabo che dice: “l’albero fruttuoso viene colpito con pietre”. “Vada avanti con coraggio e fiducia”, prosegue il cardinale Sako. La barca di Pietro, nonostante le onde, rimane solida perché Gesù “non la lascerà mai”. Quindi, l’appello a costruire una società più fraterna e a “non dimenticare i cristiani d’Oriente” perché “se l’Oriente è vuoto di cristiani – ammonisce – il cristianesimo rimarrà senza radici”. C’è quindi bisogno di sostegno e vicinanza “fino a che la tempesta passi”.
Nel suo saluto conclusivo, il cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, ha voluto ringraziare il Papa per la sua vicinanza, i giovani che, con la loro presenza e il loro entusiasmo, in questi giorni hanno permesso di manifestare “il volto bello, luminoso e plurale della Chiesa presente in tutti i Continenti”. Il suo “grazie”, seguito da appalusi, anche a tutti i Padri Sinodali, ai quattro Presidenti Delegati, al Relatore Generale, ai due Segretari Speciali e al Sotto-Segretario del Sinodo, agli Uditori, ai Delegati Fraterni, agli Esperti e a tutti quanti, a vario titolo, hanno lavorato per quest’Assemblea.
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