Papa Francesco, scrive a mano, una lettera inviata all’arcivescovo della diocesi di Mercedes Luján, monsignor Jorge Scheinig per le celebrazioni che ogni anno si tengono in quella data in onore della Vergine Maria di Lujan.
Papa Francesco assicura: “Sarò con voi spiritualmente, come pellegrino spirituale e ‘virtuale’. La guarderò ancora una volta e, ancora una volta, mi lascerò guardare da lei”. Il suo sguardo è infatti uno sguardo che “rinnova” e “dà forza”. E Francesco dice che non sarà solo in quel momento, ma “insieme al santo popolo fedele di Dio che la ama tanto, un popolo fedele e peccatore come me”.
Papa Francesco scrive che alla Nostra Signora di Luján “diremo le nostre preoccupazioni e le nostre gioie”, pregandola “di prendersi cura di noi” e di aiutarci a chiedere sempre perdono senza stancarci, sapendo “che suo Figlio non si stanca di perdonare”. A lei, continua Francesco, prometterò di comportarmi meglio, “rubando le parole” scritte dal “grande sacerdote della mia diocesi precedente”, padre Amelio Luis Calori: “Questa sera, o Vergine, la mia promessa è sincera. Ma, per ogni evenienza, non dimenticarti di lasciare la chiave fuori”. Tornerò a casa, scrive infine il Papa, “con la certezza di aver ricevuto una grazia.”
Le celebrazioni dell’8 maggio a Lujan vedono ogni anno una grande partecipazione di fedeli, precedute dalla recita di una novena. L’origine della devozione degli argentini – e tra questi Jorge Mario Bergoglio – a Maria con il titolo di “Nostra Signora di Luján”, risale al XVII secolo in seguito ad alcuni eventi prodigiosi. La statua originale della Vergine, vestita di un manto bianco e celeste, e che viene chiamata anche con gli appellativi di Morenita e Patroncita, si trova nella Basilica di Luján, a circa 70 km a nordovest di Buenos Aires. Ogni anno la Basilica accoglie in media 9 milioni di visitatori provenienti non solo dall’Argentina. Quand’era vescovo di Buenos Aires, Papa Francesco vi era solito recarsi in pellegrinaggio, assieme ai fedeli, e si fermava a lungo nel Santuario per ascoltare le confessioni di tanti.
L’esperienza vissuta a Lujan è rimasta profondamente scolpita nel cuore del Papa tanto che lui stesso la racconta con emozione rispondendo ad una domanda di padre Alexandre Awi Mello per il libro: “È mia Madre – incontri con Maria”. Francesco ricorda che i pellegrini entravano dal lato sinistro della Basilica e uscivano dal lato destro. Quando lui confessava le persone che erano sul lato sinistro, appena entrati, le confessioni erano normali; quando confessava l’altro lato, verso l’uscita, le persone erano già passate davanti alla statuetta della Madonna e arrivavano al confessionale con la confessione di tutta una vita, con il cuore davvero toccato, commossi fino alle lacrime.
E lui domandava loro: “L’avete vista?”, perché avevano avuto proprio un incontro con la Vergine in uno scambio di sguardi. Per questo, commenta padre Awi Mello, Papa Francesco ripete spesso: “Madre, regalaci il tuo sguardo. Siamo venuti a vederti e tu vedi noi come popolo, come fratelli: aiutaci a vederci tra di noi come fratelli”.
La “Nostra Signora di Luján” torna ad essere citata da Papa Francesco in molte occasioni. In particolare nell’omelia alla Messa mattutina a Casa santa Marta del 20 maggio 2013, parlando di come bisogna pregare, Francesco ricorda un episodio accaduto in Argentina. Una bambina di 7 anni si ammala e i medici le danno poche ore di vita. Il papà, un elettricista, un “uomo di fede”, è “diventato come pazzo – dice il Papa – e in quella pazzia” ha preso un autobus per andare al Santuario mariano di Lujan, lontano 70 km. Ma è arrivato la sera, quando era già chiuso.
“E lui ha incominciato a pregare la Madonna – prosegue a raccontare Francesco – , con le mani sulla cancellata di ferro. E pregava, e pregava, e piangeva, e pregava … e così è rimasto tutta la notte. Ma quest’uomo lottava: lottava con Dio, lottava proprio con Dio per fare la guarigione della sua fanciulla. Poi, dopo le 6 del mattino, è andato al terminal, ha preso il bus ed è arrivato a casa, all’ospedale alle 9, più o meno. E ha trovato la moglie piangente. E ha pensato al peggio. ‘Ma cosa succede? Non capisco, non capisco! Cosa è successo?’. ‘Mah, sono venuti i dottori e mi hanno detto che la febbre se n’è andata, che respira bene, che non c’è niente! La lasceranno due giorni in più, ma non capiscono che cosa è successo!’. E il Papa concludeva: “La preghiera fa miracoli, ma dobbiamo credere!”.
L’arrivo in terra argentina della statuetta di Lujan sarebbe avvenuto nel maggio dell’anno 1630 a bordo di una nave proveniente da San Paolo del Brasile. Ad accompagnarla era Manuel, uno schiavo originario dell’Angola. La tradizione vuole che il carro che trasportava la cassa con la Vergine, raggiunto il fiume di Luján, non riuscisse più a proseguire. Per questo la statuetta rimase a Luján e in breve tempo la sua storia si diffuse e numerosi pellegrini cominciarono ad accorrere per venerarla.
Più tardi, Papa Leone XIII concesse la sua incoronazione celebrata nel maggio del 1887, fissando la festa liturgica della Vergine di Luján per il sabato precedente la IV domenica dopo Pasqua. La “Nostra Signora di Luján” è riconosciuta come Patrona dell’Argentina.
Fonte Vatican News – Adriana Masotti
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