“La Chiesa sente, in questo particolare momento storico, di rinnovare gli sforzi e l’entusiasmo nella sua perenne missione di evangelizzazione”. Lo ha detto il Papa ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, ricevuti stamattina in Vaticano, a conclusione della loro sessione di lavoro.
E’ impegno del Dicastero continuare a far vivere nella Comunità ecclesiale i frutti del Giubileo della Misericordia, un Anno di grazia vissuto da tutta la Chiesa con grande fede e con la riscoperta, in particolare, del Sacramento della Riconciliazione. “Non possiamo permetterci”, dice il Papa, che si spenga tanto entusiasmo. “La Chiesa, pertanto, ha la grande responsabilità di continuare senza sosta ad essere strumento di misericordia. In questo modo, continua, si può più facilmente consentire che l’accoglienza del Vangelo sia percepita e vissuta come evento di salvezza e possa portare un senso pieno e definitivo alla vita personale e sociale”.
L’annuncio e la testimonianza della misericordia appartengono intrinsecamente all’impegno di ogni evangelizzatore, “proprio in forza della misericordia che gli è stata riservata”. E Francesco ricorda le parole dell’apostolo Paolo nella Prima Lettera a Timoteo che, dice, non dovrebbero mai essere dimenticate da quanti hanno il compito di annunciare il Vangelo: “Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna”.
L’evangelizzazione, afferma il Papa, per sua stessa natura appartiene al Popolo di Dio e ne sottolinea due aspetti: “Il primo è l’apporto che i singoli popoli e le rispettive culture offrono al cammino del Popolo di Dio”, una ricchezza e una varietà che la Chiesa è chiamata a valorizzare per portare a compimento l’unità di tutto il genere umano. Il secondo aspetto è che la chiamata all’evangelizzazione trascende ogni singola disponibilità personale, per essere inserita in “una complessa trama di relazioni interpersonali”. “E questo vale, spiega il Papa, in modo particolare in un periodo come il nostro in cui si affaccia con forza una cultura nuova, frutto della tecnologia, che, mentre affascina per le conquiste che offre, rende ugualmente evidenti la mancanza di vero rapporto interpersonale e interesse per l’altro”.
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È importante, conclude il Papa, saper penetrare nel cuore della nostra gente, “per scoprire quel senso di Dio” che permette di guardare avanti con serenità, ma anche quel “desiderio di Dio che rende inquieto il cuore di tante persone” cadute nel baratro dell’indifferenza che non consente più di gustare la vita, per poterle raggiungere con la gioia dell’evangelizzazione.
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Fonte: Radio Vaticana