Come successore degli apostoli, il vescovo è chiamato al servizio e non al dominio. Lo ha ricordato papa Francesco nell’omelia pronunciata oggi pomeriggio nella basilica di San Giovanni in Laterano, durante la messa di ordinazione episcopale di monsignor Angelo De Donatis, nuovo vescovo ausiliare di Roma, che succede a monsignor Matteo Maria Zuppi, designato arcivescovo di Bologna.
“Ci farà bene riflettere attentamente a quale alta responsabilità viene promosso questo nostro fratello”, ha detto il Pontefice, ricordando che l’episcopato nasce attraverso un’“ininterrotta successione” che parte dagli Apostoli, allorché i dodici, “pieni della potenza dello Spirito Santo, annunciassero il Vangelo a tutti i popoli e lo guidassero alla salvezza”.
Per mezzo della “paternità del vescovo”, Cristo “accresce di nuove membra il suo corpo che è la Chiesa” e “guida il popolo terreno alla felicità eterna”.
Rivolto a monsignor De Donatis, il Santo Padre ha rammentato: “Rifletti che sei stato scelto tra gli uomini e per loro costituito nelle cose che riguardano Dio”.
L’episcopato, ha spiegato il Papa, è infatti “il nome di un servizio e non di un onore. Al vescovo compete più il servire che il dominare. Chi è il più grande di voi diventi il più piccolo”.
L’esortazione di Francesco al nuovo vescovo è proseguita con queste parole: “Annunzia la parola in ogni occasione opportuna e non opportuna. Ammonisci e rimprovera ma sempre con dolcezza”.
Una particolare digressione – scrive l’Agenzia Zenit – Papa Francesco l’ha fatta sull’omiletica. Le omelie, ha puntualizzato, non devono mai essere lunghe e vanno accompagnate da parole “che tutti capiscano”. L’omelia, ha proseguito, deve essere “la trasmissione della grazia di Dio”, essere “semplice” e mettere a tutti la “voglia di essere migliori”.
Affidandogli, i “presbiteri” e i “seminaristi” della diocesi di Roma, il Pontefice ha raccomandato al nuovo vescovo di seguire sempre “l’esempio del buon pastore” che per le sue pecore “dà la vita”.
“Con il cuore ama tutti quelli che Dio ti affida: seminaristi, poveri, indifesi, quelli che hanno bisogno di aiuto ed assistenza. Porta con te la sollecitudine di tutte le chiese, soccorrendo quelle più bisognose di aiuto”, ha aggiunto.
In prossimità dell’Anno Santo della Misericordia, Francesco ha chiesto a monsignor De Donatis di essere “misericordioso come fratello”, insegnando ai presbiteri e ai seminaristi “la strada della misericordia, con le parole ma soprattutto con l’atteggiamento”, poiché “il mondo e la chiesa hanno bisogno di tanta misericordia”.
Al momento della consegna dell’anello episcopale, il Papa ha significativamente ricordato al nuovo vescovo ausiliare di Roma: “Non dimenticarti che prima di questo anello c’era quello dei tuoi genitori… difendi la famiglia”.
di Francesco Rossi per Redazione Papaboys
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