Sancta Sedes

Papa Francesco: fiorire in gesti d’amore e farsi piccoli con i più piccoli

Un impegno che si realizza nelle “situazioni umanamente difficili”, senza “paura di andare avanti”, portando il Bambino Gesù in tutti i luoghi in cui ci sono i più piccoli e i più poveri del mondo. Sono le Piccole sorelle di Gesù nelle parole di Papa Francesco, ricevendo in Sala del Concistoro in Vaticano le partecipanti al capitolo generale dell’istituto, provenienti da 28 Paesi. Il Pontefice chiama subito ad una “evangelizzazione dei gesti” più che “delle parole”:

“Il sorriso, il silenzio, l’adorazione, la pazienza. Mi viene in mente quel dialogo fra la quercia e il mandorlo. La quercia disse al mandorlo: ‘Parlami di Dio’, e il mandorlo fiorì. Questo è quello che la Chiesa chiede a voi: fiorire, fiorire in gesti d’amore di Dio”.
Ricordando la fondatrice, Piccola Sorella Maddalena di Gesù che – sulle orme del Beato Charles de Foucauld – comprese come Dio non abbia avuto “paura di farsi piccolo bambino, fiducioso, tra le braccia di Maria”, per un “amore verso di noi” che si protrae ancora oggi, Francesco osserva che a ottant’anni circa dalla fondazione più di mille sorelle operano oggi nel mondo:
“Non sono lì – rileva il Papa – principalmente per curare, educare, catechizzare, anche se queste cose le fanno bene, ma per amare, per stare con i più piccoli, come faceva Gesù, per annunciare il Vangelo con la semplice vita fatta di lavoro, di presenza, di amicizia, di accoglienza incondizionata. E’ importante, di vitale importanza per voi, ritornare continuamente a questa esperienza originaria della vicinanza di Dio, che si dona mite e umile a noi per salvarci e ricolmarci del suo amore”.
Francesco esorta le religiose a “mantenere fervente” la loro vita spirituale, perché è dall’amore “ricevuto da Dio in modo incessante e sempre nuovo” che trabocca quello “per i fratelli e le sorelle”. Da tale vita spirituale ristora i giovani e permette loro di rispondere “all’invito del Signore”: è da essa che “sgorga la testimonianza evangelica che i poveri attendono”.
Rimanete – consiglia il Papa – “libere da legami con opere e cose, libere per amare coloro che incontrate, dovunque lo Spirito vi conduce. Libere per volare, libere per sognare. Le difficoltà del tempo presente – nota – vi fanno condividere i dolori di tanti fratelli: anche voi, insieme a loro, vi trovate a volte costrette a chiudere o abbandonare le vostre case per fuggire altrove; anche voi conoscete le prove dell’età, della solitudine e della sofferenza; anche voi sperimentate la durezza del cammino quando si tratta di rimanere fedeli attraversando deserti”.
Ma l’amore presente nei cuori, assicura Francesco, fa delle Piccole sorelle “delle donne libere attaccate all’essenziale”. L’auspicio è poi quello di avere a cuore “la qualità della vita fraterna” nelle comunità. Richiamando la fondatrice che seguì Gesù “povero tra i poveri”, trovando la vera gioia e condividendola con tutti, il Papa evidenzia che “la semplicità e la gioia appartengono alla vita consacrata”: per ritrovare il “gusto” di essa, allora, “bisogna cercare sempre la semplicità, l’affetto, le piccole attenzioni, il servizio, la meraviglia”. Da questa fraternità, spiega, nasce il “servizio dell’autorità”:




“L’esercizio della responsabilità, nella Chiesa, è radicato – aggiunge – nella volontà comune e fraterna di ascoltare il Signore, di mettersi alla sua scuola e di vivere del suo Spirito, affinché il suo Regno possa estendersi a tutti i cuori. È in questo contesto di ascolto comune e fraterno che – assicura – trovano posto il dialogo e l’obbedienza”.
Solo se la fraternità viene vissuta all’interno della comunità, prosegue il Pontefice, apre i cuori alla fraternità “verso tutti”. Come la fondatrice invitò le sorelle a farsi “arabi tra gli arabi, nomadi tra i nomadi, lavoratori tra i lavoratori e, soprattutto, umani tra gli esseri umani”, così l’istituto si è diffuso in molti Paesi con l’incontro con “tanti di queste piccoli, di tutte le razze, lingue e religioni”:
“I vostri cuori – mette in luce – non hanno barriere. Naturalmente, voi non potete cambiare il mondo da sole, ma potete illuminarlo portando – conclude – la gioia del Vangelo nei quartieri, nelle strade, mescolate alle folle, sempre vicine ai più piccoli”.




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Fonte it.radiovaticana.va

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