Giovanni Battista battezzava compiendo “un rito di purificazione”: per quanti, con umiltà e sincerità, si bagnavano nel fiume Giordano esprimeva “l’impegno a lasciare il peccato e a convertirsi”. Gesù, che inaugura il suo ministero facendosi battezzare da Giovanni, “mostra così di voler stare vicino ai peccatori, di essere venuto per loro, per noi tutti che siamo peccatori”, spiega Francesco all’Angelus della Festa del Battesimo del Signore, che la Chiesa celebra la domenica successiva all’Epifania.
Con il Battesimo Dio ci rende suoi figli, sottolinea il Pontefice, che chiarisce cosa avviene in ciascuno quando viene amministrato il sacramento.
Il Battesimo: Dio viene in noi, purifica e guarisce il nostro cuore, ci fa suoi figli per sempre, suo popolo e famiglia, eredi del Paradiso. E Dio diviene intimo a noi e non se ne va più.
È un giorno da ricordare quello del proprio Battesimo, ed è importante conoscerne la data, sottolinea, come detto in varie occasioni, Francesco.
Io domando a tutti voi, voi, ognuno di voi, pensi: “Io ricordo la data del mio battesimo?”. Se tu non la ricordi, quando tornerai a casa, domandala, per non dimenticarla più, perché è un nuovo compleanno, perché con il tuo Battesimo sei nato alla vita della Grazia.
Il Papa esorta a ringraziare Dio per il Battesimo, anche “per i genitori che ci hanno portato al fonte, per chi ci ha amministrato il sacramento, per il padrino, per la madrina, per la comunità in cui lo abbiamo ricevuto”.
Infine, il Papa invita a riflettere sul dono ricevuto attraverso il Battesimo e sulla propria relazione con Dio.
In memoria del nostro Battesimo, accogliamo la presenza di Dio in noi. Possiamo farlo con il segno della croce, che traccia in noi il ricordo della grazia di Dio, il quale ci ama e desidera stare con noi.
Nei suoi appelli dopo l’Angelus il Papa chiede la liberazione degli ostaggi in Colombia e prega per la pace in Ucraina, Terra Santa e nel mondo. Dal Pontefice la vicinanza alla popolazione della Repubblica del Congo colpita alle inondazioni e gli auguri ai cristiani d’Oriente che oggi celebrano il Natale
Una preghiera “per la liberazione senza condizioni di tutte le persone attualmente sequestrate in Colombia”. Il Papa la rivolge dalla finestra del Palazzo Apostolico al termine dell’Angelus:
Questo gesto, che è un dovere davanti a Dio, favorirà anche un clima di riconciliazione e di pace nel paese.
Un appello per la pace Francesco lo leva ancora una volta pensando ad “Ucraina, Israele, Palestina e al mondo intero”.
Il Pontefice quindi esprime la sua vicinanza alla Repubblica Democratica del Congo per le inondazioni causate dalle forti piogge che la scorsa settimana hanno provocato almeno 300 morti e il crollo di 43750 case, secondo i dati ufficiali. Nel Paese è alta l’allerta sui rischi epidemici legati alla mancanza di servizi igienico sanitari e di acque pulita.
Inoltre il Papa rivolge i suoi auguri alle comunità ecclesiali di Oriente che seguono il calendario giuliano e oggi “celebrano il Santo Natale in spirito di gioiosa fraternità”:
Auguro che la nascita del Signore Gesù ci ricolmi di luce, di carità e di pace.
Con l’immagine ancora negli occhi dei neonati battezzati questa mattina nella Cappella Sistina, il, Vescovo di Roma estende la preghiera “a tutti i bambini che in questi giorni ricevono il santo Battesimo”.
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