Sancta Sedes

Papa Francesco: Gesù non si impone, ma si propone. La sua parola non è una trappola, ma un seme

Chiediamoci se il nostro cuore è aperto ad accogliere il seme della parola di Dio: è la proposta di Papa Francesco nella riflessione prima della recita dell’Angelus di questa domenica, in Piazza San Pietro. Gesù vuole purificare il nostro cuore per purificare i ‘sassi’ ed i ‘rovi che ci sono. I rovi – ha ricordato il Pontefice – sono i vizi che fanno a pugni con Dio, che ne soffocano la presenza: anzitutto gli idoli della ricchezza mondana, il vivere avidamente, per sé stessi, per l’avere e per il potere.


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LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO PRIMA DELLA RECITA DELL’ANGELUS

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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Il Vangelo di oggi è la celebre parabola del seminatore (cfr Mt 13,1-23). Il seminatore è Gesù. Notiamo che, con questa immagine, Egli si presenta come uno che non si impone, ma si propone; non ci attira conquistandoci, ma donandosi. Butta il seme. Egli sparge con pazienza e generosità la sua Parola, che non è una gabbia o una trappola, ma un seme che può portare frutto. In che modo? Se noi lo accogliamo.

Perciò la parabola riguarda soprattutto noi: parla infatti del terreno più che del seminatore. Gesù effettua, per così dire, una “radiografia spirituale” del nostro cuore, che è il terreno sul quale cade il seme della Parola.
Il nostro cuore, come un terreno, può essere buono e allora la Parola porta frutto, e tanto, ma può essere anche duro, impermeabile. Ciò avviene quando sentiamo la Parola, ma essa ci rimbalza addosso, proprio come su una strada. Non entra …
Tra il terreno buono e la strada, l’asfalto …  ci sono però due terreni intermedi che, in diverse misure, possiamo avere in noi. Il primo è quello sassoso. Proviamo a immaginarlo: un terreno sassoso è un terreno «dove non c’è molta terra» (cfr v. 5), per cui il seme germoglia, ma non riesce a mettere radici profonde. Così è il cuore superficiale, che accoglie il Signore, vuole pregare, amare e testimoniare, ma non persevera, si stanca e non “decolla” mai. È un cuore senza spessore, dove i sassi della pigrizia prevalgono sulla terra buona, dove l’amore è incostante e passeggero. Ma chi accoglie il Signore solo quando gli va, non porta frutto.
C’è poi l’ultimo terreno, quello spinoso, pieno di rovi che soffocano le piante buone. Che cosa rappresentano questi rovi? «La preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza» (v. 22), dice Gesù.

I rovi sono i vizi che fanno a pugni con Dio, che ne soffocano la presenza: anzitutto gli idoli della ricchezza mondana, il vivere avidamente, per sé stessi, per l’avere e per il potere. Se coltiviamo questi rovi, soffochiamo la crescita di Dio in noi. Ciascuno può riconoscere i suoi piccoli o grandi rovi, i vizi che abitano il suo cuore, quegli arbusti più o meno radicati che non piacciono a Dio e impediscono di avere il cuore pulito. Occorre strapparli via, altrimenti la Parola non porta frutto.


Cari fratelli e sorelle, Gesù ci invita oggi a guardarci dentro: a ringraziare per il nostro terreno buono e a lavorare sui terreni non ancora buoni. Chiediamoci se il nostro cuore è aperto ad accogliere con fede il seme della Parola di Dio. Chiediamoci se in noi i sassi della pigrizia sono ancora numerosi e grandi; individuiamo e chiamiamo per nome i rovi dei vizi. Troviamo il coraggio di fare una bella bonifica del terreno, portando al Signore nella Confessione e nella preghiera i nostri sassi e i nostri rovi. Così facendo, Gesù, buon seminatore, sarà felice di compiere un lavoro aggiuntivo: purificare il nostro cuore, togliendo i sassi e le spine che soffocano la sua Parola.




La Madre di Dio, che oggi ricordiamo col titolo di Beata Vergine del monte Carmelo, insuperabile nell’accogliere la Parola di Dio e nel metterla in pratica (cfr Lc 8,21), ci aiuti a purificare il cuore e a custodirvi la presenza del Signore.

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I SALUTI DI PAPA FRANCESCO DOPO LA RECITA DELL’ANGELUS
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Cari fratelli e sorelle,
saluto di cuore tutti voi, fedeli di Roma e pellegrini di varie parti del mondo: le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni.
In particolare, saluto le Suore Hijas de la Virgen de los Dolores, a 50 anni dall’approvazione pontificia dell’Istituto; le Suore Francescane di San Giuseppe, a 150 anni dalla fondazione; i dirigenti e gli ospiti della “Domus Croata” di Roma, nel 30° anniversario della sua istituzione.
Vorrei salutare i frati e le suore carmelitane nel giorno della loro festa  Un saluto speciale rivolgo alla comunità cattolica venezuelana in Italia, rinnovando la preghiera per il vostro amato Paese. A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!

+++ Il video servizio a cura del CENTRO TELEVISIVO VATICANO +++
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A cura di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys
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