La prima parola che il Papa affida ai giovani della Fuci è studium. “L’essenziale della vita Universitaria – scrive – risiede nello studio, nella fatica e pazienza del pensare che rivela una tensione dell’uomo verso la verità, il bene, la bellezza”. “Non accontentatevi – è la sua esortazione – di verità parziali o di illusioni rassicuranti, ma accogliete nello studio una comprensione sempre più piena della realtà. Per fare questo sono necessarie l’umiltà dell’ascolto e la lungimiranza dello sguardo. Studiare non è appropriarsi della realtà per manipolarla, ma lasciare che essa ci parli e ci riveli qualcosa, molto spesso anche su noi stessi; e la realtà non si lascia comprendere senza una disponibilità ad affinare la prospettiva, a guardarla con occhi nuovi. Studiate quindi con coraggio e con speranza”.
La seconda parola è ricerca. “Il metodo del vostro studio – è l’invito del Papa – sia la ricerca, il dialogo e il confronto. La Fuci sperimenti sempre l’umiltà della ricerca, quell’atteggiamento di silenziosa accoglienza dell’ignoto, dello sconosciuto, dell’altro e dimostri la propria apertura e disponibilità a camminare con tutti coloro che sono spinti da un’inquieta tensione alla Verità, credenti e non credenti, stranieri ed esclusi. La ricerca s’interroga continuamente, diviene incontro con il mistero e si apre alla fede: la ricerca rende possibile l’incontro tra fede, ragione e scienza, consente un dialogo armonico tra esse, uno scambio fecondo che nella consapevolezza e nell’accettazione dei limiti della comprensione umana permette una ricerca scientifica condotta nella libertà della coscienza, Attraverso questo metodo di ricerca è possibile raggiungere un obiettivo ambizioso: ricomporre la frattura tra Vangelo e contemporaneità attraverso lo stile della mediazione culturale, una mediazione itinerante che senza negare le differenze culturali, anzi valorizzandole, si ponga come orizzonte di progettualità positiva”.“La cultura del nostro tempo – ricorda Papa Francesco ai giovani – ha fame dell’annuncio del Vangelo, ha bisogno di essere rianimata da testimonianze forti e salde”. Quindi cita le parole di Montini: «È l’idea che guida l’uomo, che genera la forza dell’uomo. Un uomo senza idea è un uomo senza personalità».
La terza parola è frontiera. “L’Università – scrive il Papa nel messaggio – è una frontiera che vi aspetta, una periferia in cui accogliere e curare le povertà esistenziali dell’uomo”. “Abbiate sempre cura di incontrare l’altro, cogliere l’ «odore» degli uomini d’oggi, fino a restare impregnati delle loro gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce. Non opponete mai barriere che, volendo difendere la frontiera, precludono l’incontro con il Signore”. Invece – è l’esortazione del Papa – “portate speranza e aprite sempre agli altri il vostro lavoro, apritevi sempre alla condivisione, al dialogo. Nella cultura soprattutto oggi abbiamo bisogno di metterci a fianco di tutti. Potrete superare lo scontro tra i popoli, solo se riuscirete ad alimentare una cultura dell’incontro e della fraternità. Vi esorto a continuare a portate il Vangelo nell’Università e la cultura nella Chiesa!”.
Questo l’appello finale: “abbiate sempre gli occhi rivolti al futuro. Siate terreno fertile in cammino con l’umanità, siate rinnovamento nella cultura, nella società e nella Chiesa. Ci vuole coraggio, umiltà e ascolto per dare espressione al rinnovamento”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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