Sintesi dell’udienza con il Corpo Diplomatico presso la Santa Sede
La pandemia che “continua a creare isolamento sociale e a mietere vittime” richiede ancora “un notevole sforzo da parte di tutti”, dice Francesco, che reitera l’importanza di “proseguire lo sforzo per immunizzare quanto più possibile la popolazione”. “Ciò richiede un molteplice impegno a livello personale, politico e dell’intera comunità internazionale. Anzitutto a livello personale”.
“La cura della salute rappresenta un obbligo morale. Tutti abbiamo la responsabilità di aver cura di noi stessi e della nostra salute, il che si traduce anche nel rispetto per la salute di chi ci è vicino”, raccomanda il Papa, e mette in guardia dai “forti contrasti ideologici” che ostacolano una serena campagna vaccinale.
Tante volte ci si lascia determinare dall’ideologia del momento, spesso costruita su notizie infondate o fatti scarsamente documentati. Ogni affermazione ideologica recide i legami della ragione umana con la realtà oggettiva delle cose. Proprio la pandemia ci impone, invece, una sorta di ‘cura di realtà’, che richiede di guardare in faccia al problema e di adottare i rimedi adatti per risolverlo.
Francesco rinnova l’urgenza di affrontare la cura della nostra casa comune, che soffre a causa di “un continuo e indiscriminato sfruttamento delle risorse”. La mente torna alla Cop26 dello scorso settembre a Glasgow: diversi i passi avanti nella giusta direzione, ma “piuttosto deboli rispetto alla consistenza del problema da affrontare”, rileva il Papa.
La strada per conseguire gli obiettivi dell’Accordo di Parigi è “complessa” e “ancora lunga”, mentre il tempo a disposizione è sempre meno. Il 2022 sia quindi “un altro anno fondamentale” per rafforzare un’azione comune in vista della Cop27, prevista in Egitto a novembre.
“La Chiesa Cattolica ha sempre riconosciuto e valorizzato il ruolo dell’educazione per la crescita spirituale, morale e sociale delle giovani generazioni”, rimarca il Papa, che si dice pertanto profondamente addolorato che in luoghi educativi come parrocchie e scuole “si siano consumati abusi sui minori, con gravi conseguenze psicologiche e spirituali sulle persone che li hanno subiti”. “Si tratta di crimini, sui quali vi deve essere la ferma volontà di fare chiarezza, vagliando i singoli casi, per accertare le responsabilità, rendere giustizia alle vittime e impedire che simili atrocità si ripetano in futuro”, dice il Papa. “Nonostante la gravità di tali atti, nessuna società può mai abdicare alla responsabilità di educare. Duole constatare, invece, come spesso, nei bilanci statali, “poche risorse vengano destinate all’educazione”, mentre “si tratta del miglior investimento possibile”.
(Salvatore Cernuzio)
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