Affidiamoci a Gesù, vera “luce del mondo” e non a quelle luci false che ci allontanano dal prossimo. E’ l’esortazione levata da Papa Francesco all’Angelus in Piazza San Pietro, in una soleggiata domenica primaverile. Il Papa ha quindi ringraziato i milanesi per la straordinaria accoglienza ricevuta in occasione della visita all’arcidiocesi ambrosiana. “Mi avete fatto sentire a casa”, ha detto Francesco, che ha sottolineato come a Milano si sia trovato bene con credenti e non credenti.
Un’accoglienza straordinaria, per una giornata indimenticabile. All’Angelus, Papa Francesco torna alla visita intensa e piena di significato all’arcidiocesi di Milano. Il Pontefice ringrazia il cardinale Angelo Scola e tutti i milanesi, credenti e non, con parole spontanee e affettuose:
“Veramente, veramente mi sono sentito a casa! E questo con tutti: credenti e non credenti. Vi ringrazio tanto cari milanesi e vi dirò una cosa; ho constatato che è vero quello che si dice: ‘A Milan si riceve col coeur in man!’ Grazie!”
Prima delle parole sulla visita a Milano, Francesco si era soffermato sul Vangelo domenicale incentrato su Gesù che ridona la vista ad un uomo cieco dalla nascita, manifestandosi così come “luce del mondo”.
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Tutti noi siamo stati “illuminati” con il Battesimo e dobbiamo comportarci come figli della luce
Questo episodio evangelico, ha osservato il Papa, “ci induce a riflettere sulla nostra fede in Cristo, il Figlio di Dio, e al tempo stesso si riferisce anche al Battesimo, che è il primo Sacramento della fede”: il Sacramento che ci fa “venire alla luce”, mediante “la rinascita dall’acqua e dallo Spirito Santo”:
“Il cieco nato e guarito ci rappresenta quando non ci accorgiamo che Gesù è ‘la luce del mondo’, quando guardiamo altrove, quando preferiamo affidarci a piccole luci, quando brancoliamo nel buio. Il fatto che quel cieco non abbia un nome ci aiuta a rispecchiarci con il nostro volto e il nostro nome nella sua storia. Anche noi siamo stati illuminati
da Cristo nel Battesimo, e quindi siamo chiamati a comportarci come figli della luce”.
Non seguire le luci false come pregiudizio e interesse personale, Gesù è la vera luce del mondo
Questo, ha proseguito, “esige un cambiamento radicale di mentalità, una capacità di giudicare uomini e cose secondo un’altra scala di valori, che viene da Dio”. Il Sacramento del Battesimo, ha soggiunto, “esige una scelta” di “vivere come figli della luce e camminare nella luce”. Ma cosa significa “camminare nella luce”, si è chiesto il Pontefice:
“Significa innanzitutto abbandonare le luci false: la luce fredda e fatua del pregiudizio contro gli altri, perché il pregiudizio distorce la realtà e ci carica di avversione contro coloro che giudichiamo senza misericordia e condanniamo senza appello. Eh, questo è pane di tutti i giorni eh? Quando si chiacchiera degli altri si cammina non nella luce, si cammina nelle ombre. Un’altra luce falsa, perché seducente e ambigua, è quella dell’interesse personale: se valutiamo uomini e cose in base al criterio del nostro utile, del nostro piacere, del nostro prestigio, non facciamo la verità nelle relazioni e nelle situazioni. Se andiamo su questa strada del cercare solo l’interesse personale, camminiamo nelle ombre”.
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Beati martiri spagnoli, esempio di testimonianza cristiana eroica
Al momento dei saluti ai pellegrini, il Papa ha dunque ricordato la Beatificazione in Spagna di José álvarez-Benavides y de la Torre e centoquattordici compagni martiri, durante la Guerra civile spagnola:
“Questi sacerdoti, religiosi e laici sono stati testimoni eroici di Cristo e del suo Vangelo di pace e di riconciliazione fraterna. Il loro esempio e la loro intercessione sostengano l’impegno della Chiesa nell’edificare la civiltà dell’amore”.
Il servizio è di Alessandro Gisotti per la Radio Vaticana
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