“Ammiro la Cina, la sua grande cultura, la sua inesauribile saggezza”: così Papa Francesco, in un’intervista rilasciata al giornalista Francesco Sisci per la testata “Asia Times”. Nel corso della conversazione, il Pontefice rivolge anche i suoi auguri al popolo cinese ed al suo presidente, Xi Jinping, per il Capodanno cinese che ricorre l’8 febbraio.
È un’intervista ad ampio spettro sui temi culturali e filosofici della Cina, senza riferimenti a questioni religiose o politiche, quella realizzata in Vaticano il 28 gennaio scorso, dal giornalista Francesco Sisci e pubblicata oggi da “Asia Times”. “Per me, la Cina è sempre stata un punto di riferimento di grandezza – dice il Papa – un grande Paese, una grande cultura con una saggezza inesauribile” per quale il Pontefice esprime “ammirazione”. Inevitabile, quindi, il riferimento al padre gesuita Matteo Ricci, missionario in Cina, che – spiega il Papa – “ci ha insegnato che è necessario entrare in dialogo con questo Paese”. È “una terra benedetta da molte cose – aggiunge il Santo Padre – e la Chiesa cattolica ha il dovere di rispettare tutte le civiltà e di averne “Rispetto” con la ‘R’ maiuscola”.
La sfida della pace si vince con il dialogo
Papa Francesco cita, poi, Marco Polo che portò gli spaghetti in Italia dalla Cina e ricorda l’emozione provata nell’attraversare lo spazio aereo cinese, durante il viaggio apostolico che, a gennaio 2015, lo ha portato in Sri Lanka e nelle Filippine. Rispondendo, quindi, ad una domanda sulla pace, il Pontefice sottolinea che “la paura non è una buona consigliera” e che quindi “non bisogna temere le sfide” e “la capacità di trovare il modo di co-esistere, di rispettarsi reciprocamente”. Naturalmente – il Papa ne è consapevole – “mantenere l’equilibro della pace è una grande sfida”, ma l’Europa, il mondo occidentale ed orientale e la Cina stessa “hanno la capacità di mantenere tale equilibrio e la forza di farlo”. Per questo, ribadisce il Pontefice, “dobbiamo trovare il modo” di raggiungere tale obiettivo “attraverso il dialogo. Altra via non c’è”.
Dialogo non è compromesso, ma cammino insieme
E il dialogo, continua Francesco tornando su un tema a lui particolarmente caro, porta all’incontro: “Il vero equilibro della pace si realizza attraverso il dialogo – dice – dialogo che non significa scendere a compromessi, ma camminare insieme per costruire”. In questo modo, “la torta” – dice il Papa con una metafora – ovvero “l’umanità, la cultura”, non viene spartita in piccole porzioni, ma appartiene a tutti e tutti possono dare il loro contributo al bene comune.
I figli, “problema doloroso”
Rispondendo, poi, ad una domanda sulla politica cinese del ‘figlio unico’, il Papa ne parla come di “un problema doloroso” che mette i figli in condizioni di dover reggere il peso dei genitori e dei nonni, e che deriva, ad esempio, da “l’egoismo di alcuni settori abbienti che preferiscono non avere bambini”. “Questo non è un modo naturale – dice il Pontefice – e capisco che la Cina abbia aperto delle possibilità su questo fronte”. Di qui, nell’Anno Santo della Misericordia, l’invito al popolo cinese a “riconciliarsi con la sua storia, con i suoi successi ed i suoi errori”, perché questo porta alla “maturità ed alla crescita”. “È sano per un popolo avere misericordia nei confronti di se stesso – spiega il Papa – è “nobiltà d’animo” che “permette di sorridere ed andare avanti”, perché “se ci si ferma, allora si diventa corrotti”, come le acque stagnanti.
Riconoscere la grandezza del popolo cinese
E qui il Pontefice torna sul tema del dialogo: “Dialogare non significa arrendersi – spiega – perché oggi c’è il rischio, nel confronto tra differenti Paesi, della colonizzazione culturale”. Al contrario, “è necessario riconoscere la grandezza del popolo cinese – dice – che ha sempre mantenuto la sua cultura”. Ed il Papa specifica: “Non sto parlando delle ideologie”, bensì della cultura.
Affrontare la realtà e cercare di migliorarla
Quando alla crescita economica del Paese che, domanda Sisci, ha portato drammatiche conseguenze sul piano ambientale ed umano, il Papa afferma: “Innanzitutto, bisogna affrontare la realtà per quella che è e poi, in secondo luogo, lavorare per cercare di migliorarla”. “Possono sembrare suggerimenti semplici, quasi banali”, continua il Pontefice, ma è bene non fare “come lo struzzo, che nasconde la testa sotto la sabbia per non vedere la realtà”. D’altronde, “la grandezza della Cina, oggi, si trova proprio nel guardare al futuro da un presente sostenuto dalla memoria del suo passato culturale”, si trova nel “vivere in tensione, che non è angoscia”, ma confronto tra passato e presente che permette di andare avanti.
Gli auguri per il Capodanno cinese
Infine, in vista del Nuovo Anno Cinese, che avrà inizio l’8 febbraio e che sarà dedicato alla Scimmia, il Papa invia i suoi “migliori auguri e saluti al presidente Xi Jinping ed a tutto il popolo cinese”. “Spero – dice – che non perdano mai la consapevolezza storica di essere un grande popolo, con una grande storia di saggezza e che hanno molto da offrire al mondo”. “Con questa consapevolezza, in questo Nuovo Anno – conclude il Pontefice – possano continuare ad aiutare ed a collaborare con tutti nella cura della casa comune e di tutti i popoli”.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va/Isabella Piro)
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