L’apertura della Porta Santa è un invito alla gioia, e in questo tempo di misericordia è il momento di riscoprire la presenza e la tenerezza di Dio Padre, ed è il momento di essere strumenti di misericordia, perché per questo saremo “giudicati”. E’ ciò che chiede il Papa ai fedeli, nel giorno in cui apre la Porta Santa “porta del Signore”, “porta della giustizia”, di San Giovanni in Laterano, la Cattedrale di Roma. Nell’omelia, Francesco ripete le parole di Sofonia il profeta, rivolte a Gerusalemme, chiede di esultare e di rallegrarsi, perché “il Signore ha revocato ogni condanna e ha deciso di vivere in mezzo a noi”. San Giovanni in Laterano, ovvero la Cattedrale di Roma. Questa mattina Papa Francesco ha aperto la Porta Santa nella Basilica primaziale della Capitale. Lo ha fatto alle 9.30 prima della Messa che presiederà nel giorno in cui ricorre anche l’ anniversario della sua ordinazione sacerdotale avvenuta il 13 dicembre 1969.
Papa Bergoglio ha spinto la Porta con le mani e l’ha varcata, poi è seguita la delegazione composta dal cardinale vicario Agostino Vallini, dal vicegerente l’ arcivescovo Filippo Iannone, dai vescovi ausiliari e dal Capitolo lateranense.
La storia della Basilica è legata alla «vittoria di Costantino su Massenzio nel 312. Vittoria guidata, sulla base della testimonianza di Eusebio di Cesarea, dalla visione delle prime due lettere del nome di Cristo, composte da luci nel cielo e accompagnate dalla scritta “Con questo vinci”», spiega Lucrezia Spera, docente di topografia cristiana di Roma al Pontificio Istituto di archeologia cristiana e di archeologia tardoantica all’ Università Tor Vergata di Roma. La comunità cristiana era già numerosa. «Ma i luoghi di riunione – prosegue l’ esperta – dovevano essere per lo più poco connotati; chi fosse arrivato a Roma prima di Costantino, è stato scritto da Richard Krautheimer, grande studioso di architettura cristiana, “avrebbe notato i templi degli antichi dèi, i palazzi, i teatri, le grandi dimore, ma non si sarebbe accorto delle domus ecclesiae o del “trofeo” di san Pietro, a meno di non essere un cristiano”. Perciò la costruzione della chiesa del Laterano è un evento straordinario, senza precedenti per i suoi significati e le sue forme, e introduce un nuovo corso della storia».
Notizie precise sono presenti nella Vita di papa Silvestro contenuta nel Liber pontificalis, la raccolta di biografie dei Pontefici redatta nel VI secolo. «Costantino – afferma Spera – volle che dentro le mura, a poca distanza dalla residenza imperiale preferita dalla madre Elena, il Sessorium, nel sito dove è la chiesa di Santa Croce in Gerusalemme, fosse costruita la chiesa del vescovo consacrata al Salvatore, la Cattedrale: una Basilica monumentale, a cinque navate, decorata con marmi e dotata di arredi liturgici preziosi, affiancata da un Battistero altrettanto sontuoso nelle architetture e negli ornati e connessa alla re- sidenza stabile del vescovo, l’ episcopio. Non vi era alcun dubbio: l’ imperatore era vicino ai cristiani di Roma e dell’ Orbis intero. Lo esprimevano le forme architettoniche prese in prestito dalla migliore architettura civile e imperiale; lo manifestavano gli sfarzi, l’ abbondanza di oro e argento che solo l’ imperatore poteva donare.
Non ricchezza, ma il messaggio di un’ esplicita promozione, di una sincera adesione». In seguito San Giovanni in Laterano ha sempre conservato il suo ruolo di Cattedrale, «sviluppando il progetto di papa Silvestro e di Costantino (il palazzo episcopale ebbe un’ estensione considerevole nell’ altomedioevo) e riconoscendo progressivamente alla Basilica dell’ Apostolo Pietro oltre il Tevere un ruolo complementare per funzioni liturgiche e significati», sottolinea la studiosa. Proprio lì i Papi, dopo il ritorno da Avignone, fisseranno la loro residenza stabile, soprattutto «perché il quartiere del Laterano era rimasto un po’ ai margini del nuovo profilo urbano, ma senza che il ruolo della Basilica, nel frattempo dedicata a San Giovanni Battista, ne risultasse ridimensionato.
Per queste ragioni l’ apertura della Porta Santa di oggi assume un valore particolare nell’ ambito dei gesti che danno inizio al Giubileo della misericordia ». Sempre stamani sarà aperta la Porta Santa nella Basilica di San Paolo fuori le Mura durante l’ Eucaristia presieduta alle 10.30 dal cardinale arciprete James Michael Harvey. Resterà da aprire l’ ultima Porta Santa delle quattro Basiliche pontificie di Roma, quella di Santa Maria Maggiore. E lo farà Bergoglio il 1° gennaio entrando nella chiesa mariana a lui cara. «Santa Maria Maggiore – chiarisce Spera – è legata al culto della Vergine fin dalla fondazione, poiché venne realizzata da papa Sisto III dopo il Concilio di Efeso del 431 che aveva definito la maternità divina di Maria Theotókos. Nel tempo la Basilica divenne uno scrigno sempre più prezioso di tracce della devozione alla Madre di Dio. Ma è soprattutto nella presenza della Salus Populi Romani che si individua il segno più pregnante della venerazione alla Madonna. L’ immagine sarebbe giunta a Roma durante il pontificato di Gregorio Magno e il suo arrivo segnò la fine di una terribile pestilenza».
di Redazione Papaboys. Testi di Giacomo Gambassi per Avvenire