Papa Francesco all’udienza generale in Piazza San Pietro ha svolto la sua catechesi sui carismi della Chiesa: “Fin dall’inizio – ha detto – il Signore ha ricolmato la Chiesa dei doni del suo Spirito, rendendola così sempre viva e feconda, con i doni dello Spirito Santo. Tra questi doni, se ne distinguono alcuni che risultano particolarmente preziosi per l’edificazione e il cammino della comunità cristiana: si tratta dei carismi. In questa catechesi vogliamo chiederci: che cos’è esattamente un carisma? Come possiamo riconoscerlo e accoglierlo? E soprattutto: il fatto che nella Chiesa ci sia una diversità e una molteplicità di carismi, va visto in senso positivo, come una cosa bella, oppure come un problema?”.
“Nel linguaggio comune, quando si parla di “carisma”, si intende spesso un talento, un’abilità naturale. Ma, si dice: “Questa persona ha uno speciale carisma per insegnare”, è un talento che ha! Così, di fronte a una persona particolarmente brillante e coinvolgente, si usa dire: “È una persona carismatica” – “Cosa significa?” – “Non so, ma è carismatica”. E così diciamo … Nella prospettiva cristiana, però, il carisma è ben più di una qualità personale, di una predisposizione di cui si può essere dotati: il carisma è una grazia, un dono elargito da Dio Padre, attraverso l’azione dello Spirito Santo. Ed è un dono che viene dato a qualcuno non perché sia più bravo degli altri o perché se lo sia meritato: è un regalo che Dio gli fa, perché con la stessa gratuità e lo stesso amore lo possa mettere a servizio dell’intera comunità, per il bene di tutti”.
A braccio ha aggiunto: “Parlando un po’ in modo umano, si dice così: Dio dà questa qualità, questo carisma, a questa persona ma non per sé: perché sia al servizio di tutta la comunità. Oggi, prima di arrivare in piazza, ho ricevuto tanti, tanti bambini disabili nell’aula Paolo VI, tanti erano. Un’associazione che si dedica alla cura di questi bambini: cosa è? Questa associazione, queste persone, questi uomini e queste donne hanno il carisma di curare i bambini disabili. Questo è un carisma”.
“Una cosa importante che va subito sottolineata – ha proseguito – è il fatto che uno non può capire da solo se ha un carisma, e quale. Ma, tante volte, noi abbiamo sentito persone che dicono: “No, io ho questa qualità, io so cantare benissimo!”, e nessuno ha il coraggio di dire loro: “Ma, meglio che stai zitto, perché ci tormenti tutti quando tu canti!” Nessuno può dire: io ho questo carisma. È all’interno della comunità che sbocciano e fioriscono i doni di cui ci ricolma il Padre; ed è in seno alla comunità che si impara a riconoscerli come un segno del suo amore per tutti i suoi figli. Ognuno di noi, allora, è bene che si domandi: “C’è qualche carisma che il Signore ha fatto sorgere in me – che il Signore ha fatto sorgere in me -, nella grazia del suo Spirito, e che i miei fratelli, nella comunità cristiana, hanno riconosciuto e incoraggiato? E come mi comporto io riguardo a questo dono: lo vivo con generosità, mettendolo a servizio di tutti, oppure lo trascuro e finisco per dimenticarmene? O magari diventa in me motivo di orgoglio, tanto da lamentarmi sempre degli altri e da pretendere che nella comunità si faccia a modo mio?”. Sono domande che noi dobbiamo fare: se c’è un carisma in me, se è riconosciuto questo carisma, dalla Chiesa, e se sono contento con questo carisma o ho un po’ di gelosia dei carismi degli altri e voglio avere quel carisma… No, il carisma è un dono. Soltanto Dio lo dà”.
“L’esperienza più bella, però, è scoprire di quanti carismi diversi e di quanti doni del suo Spirito il Padre ricolma la sua Chiesa! Questo non deve essere visto come un motivo di confusione, di disagio: sono tutti regali che Dio fa alla comunità cristiana, perché possa crescere armoniosa, nella fede e nel suo amore, come un corpo solo, il corpo di Cristo. Lo stesso Spirito che dà questa differenza di carismi, fa l’unità della Chiesa: lo stesso Spirito. Di fronte a questa molteplicità di carismi, il nostro cuore si deve aprire alla gioia e dobbiamo pensare: “Che bella cosa! Tanti doni diversi, perché siamo tutti figli di Dio, e tutti amati in modo unico”. Guai, allora, se questi doni diventano motivo di invidia o di divisione, di gelosia! Come ricorda l’apostolo Paolo nella sua Prima Lettera ai Corinzi, al capitolo 12, tutti i carismi sono importanti agli occhi di Dio e, allo stesso tempo, nessuno è insostituibile. Questo vuol dire che nella comunità cristiana abbiamo bisogno l’uno dell’altro, e ogni dono ricevuto si attua pienamente quando viene condiviso con i fratelli, per il bene di tutti. Questa è la Chiesa! E quando la Chiesa, nella varietà dei suoi carismi, si esprime in comunione, non può sbagliare: è la bellezza e la forza del sensus fidei, di quel senso soprannaturale della fede, che viene donato dallo Spirito Santo affinché, insieme, possiamo tutti entrare nel cuore del Vangelo e imparare a seguire Gesù nella nostra vita”.
Il Papa ha concluso la catechesi in italiano parlando a braccio: “Oggi la Chiesa festeggia la ricorrenza di Santa Teresa di Gesù Bambino, questa Santa che è morta a 24 anni e amava tanto la Chiesa, voleva essere missionaria, ma voleva avere tutti i carismi e diceva: “Ma, no, io vorrei fare questo e questo e questo…”, e tutti i carismi voleva. E’ andata in preghiera, ha sentito che il suo carisma era l’amore e ha detto questa bella frase: “Nel cuore della Chiesa io sarò l’amore”. E questo carisma lo abbiamo tutti: la capacità di amare. Chiediamo oggi a Santa Teresa di Gesù Bambino, questa capacità di amare tanto la Chiesa, di amarla tanto e accettare tutti quei carismi con questo amore di figli della Chiesa, della nostra Santa madre Chiesa gerarchica”.
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