Categorie: Italiae et Ecclesia

Papa Francesco, i giovani e la castità.

Castità. Questa parola pronunciata da Papa Francesco davanti ad una folla di giovani riuniti in Piazza Vittorio a Torino, nella serata di domenica 21 giugno, ha forse spiazzato gli adulti, ma certo non i giovani.

Io ero lì, proprio in mezzo ai ragazzi, mentre Papa Francesco si preparava a stupirci un’altra volta. Queste le sue parole: «E adesso, io so che voi siete buoni e mi permetterete di parlare con sincerità. Io non vorrei fare il moralista ma vorrei dire una parola che non piace, una parola impopolare. Anche il Papa alcune volte deve rischiare sulle cose per dire la verità…».

A questo punto sulla piazza, fino ad una attimo prima festante, è calato il silenzio. Un silenzio rispettoso e carico di attesa. Tutti ci chiedevamo quale sarebbe stata questa parola così impopolare.

Dopo una pausa, giusto un secondo, che però a me è parso un’eternità, il Papa ha ripreso a parlare: L’amore è nelle opere, nel comunicare, ma l’amore è molto rispettoso delle persone, non usa le persone e cioè 

l’amore è casto. E a voi giovani in questo mondo, in questo mondo edonista, in questo mondo dove soltanto ha pubblicità il piacere, passarsela bene, fare la bella vita, io vi dico: siate casti, siate casti.»

«Tutti noi nella vita siamo passati per momenti in cui questa virtù è molto difficile, ma è proprio la via di un amore genuino, di un amore che sa dare la vita, che non cerca di usare l’altro per il proprio piacere. E’ un amore che considera sacra la vita dell’altra persona: io ti rispetto, io non voglio usarti, io non voglio usarti. Non è facile. Tutti sappiamo le difficoltà per superare questa concezione “facilista” ed edonista dell’amore. Perdonatemi se dico una cosa che voi non vi aspettavate, ma vi chiedo: fate lo sforzo di vivere l’amore castamente.»

Forse, ancor più di quanto mi abbia sorpreso Francesco, a colpirmi – piacevolmente – è stato proprio il vedere come i giovani abbiano accolto queste parole:  uno scrosciare di applausi. Evviva i giovani! Questo ha fatto salire il termometro della mia fiducia nel futuro delle nuove generazioni. I giovani, che troppo spesso vengono accusati di non sapere, o meglio, di non volere ascoltare, non solo hanno ascoltato, ma hanno anche accolto questo invito di Papa Francesco con attenzione e simpatia!

Qualche giorno dopo ho avuto la possibilità di confrontarmi su questo tema con mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino. Al termine della conferenza stampa per la chiusura dell’Ostensione della Sindone, ancora incuriosito dalla reazione dei giovani, ho posto questa domanda: «Papa Francesco in piazza ai giovani ha parlato di castità. Come è stata accolta dai giovani questa parola?»

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La risposta di Mons. Nosiglia: «…dagli applausi che hanno fatto mi sembra che sia stata accolta bene». L’arcivescovo ha poi spiegato che «castità non significa escludere rapporti, ma significa gestire la propria sessualità secondo un progetto. Non così alla rinfusa o occasionale».

Nel mondo di oggi « in cui si vive alla mercè dell’individualismo e dell’edonismo più sfrenato i giovani non vogliono le cose a buon mercato. I giovani vanno alla ricerca di cose molto più impegnative e molto più forti».

«Come mai questi giovani che hanno qui i soldi, hanno il sesso, hanno tutto… come mai vanno a finire all’ISIS?» si chiede provocatoriamente Mons. Nosiglia «lì (all’ISIS n.d.r.) di sesso non se ne parla! Ma come mai i giovani ci vanno? Perchè ci sono dei valori forti – sbagliati, sbagliatissimi – ma sono valori forti. Sono cose che i giovani sentono come qualcosa di alternativo ad una società che hanno rifiutato. La società non considera i giovani quando studiano, non li considera quando lavorano… La società non dà lavoro ai giovani, gli dà solo delle cose materiali ma non si interessa dei loro problemi esistenziali».

Per questo, prosegue Mons. Nosiglia, Papa Francesco «ha insistito sul rapporto tra giovani e adulti» perchè «questa è veramente una “iattura” nella nostra società: dove ci sono i giovani non ci sono gli adulti. Guai a parlarsi, guai ad incontrarsi, guai a fare qualcosa insieme! Ognuno per suo conto!» Questo ha creato quella divisione tra le generazioni che «è veramente deleteria sia per i giovani, sia per gli adulti».

Ecco che allora, in un mondo svuotato di valori, è più che mai importante fornire ai giovani dei valori autentici, dei valori sani, come la castità, che, come scrive Enzo Bianchi su Repubblica oggi, è una parola sovente incompresa, anzi misconosciuta e derisa, soprattutto perché è confusa con l’astinenza o la continenza sessuale o con il celibato.

Riscopriamo i valori. Diamo valori ai nostri giovani, non aspettiamo che debbano andare a cercarli nell’ISIS…

Di Alessandro Ginotta per PAPABOYS 3.0 

[box]Dello stesso autore:
Intervista esclusiva a Mons. Nosiglia: un patto intergenerazionale per vincere il “cancro” dell’individualismo[/box]

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