Categorie: Sancta Sedes

Papa Francesco: Il buon pastore di fronte ai fallimenti matrimoniali, ai figli dei separati e alle nuove unioni

Il 24 giugno scorso, prima della pausa estiva, nel corso dell’Udienza generale Papa Francesco continuò trattando il tema del ciclo aperto il 10 dicembre 2014 con una sorta di “cronaca papale” dell’Assemblea del Sinodo straordinario che si era chiuso alla fine d’ottobre. Come’è ben noto il ciclo catechetico è dedicato alla famiglia. Dal 2014 il Santo Padre ha sviluppato ormai 20 appuntamenti su diversi argomenti riguardanti la famiglia, la pastorale familiare e le sfide dell’evangelizzazione e domani, in San Pietro, è probabile che il Santo Padre riprenda queste riflessioni proiettando lo sguardo verso la XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (4-25 ottobre 2015) che ha come tema: “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”.
Oggi, il Santo Padre, ha voluto dedicare nuove riflessioni alla questione delle “ferite della famiglia” e perciò ha affrontato la delicata realtà del fallimento irreversibile di molti legami matrimoniali, le nuove unioni e dunque il discernimento e la cura pastorale da disporre di fronte a queste situazioni spesso molto diffuse.

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1. Lo sguardo della Chiesa
“La Chiesa sa bene che una tale situazione contraddice il Sacramento cristiano”, ha detto il Papa e poi ha agiunto: “Tuttavia il suo sguardo di maestra attinge sempre da un cuore di madre; un cuore che, animato dallo Spirito Santo, cerca sempre il bene e la salvezza delle persone. Ecco perché sente il dovere, «per amore della verità», di «ben discernere le situazioni». Così si esprimeva san Giovanni Paolo II, nell’Esortazione apostolica Familiaris consortio (n. 84), portando ad esempio la differenza tra chi ha subito la separazione rispetto a chi l’ha provocata. Si deve fare questo discernimento.”

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2. I figli e i fallimenti
Papa Francesco ha poi osservato: “Se poi guardiamo anche questi nuovi legami con gli occhi dei figli piccoli, dei bambini, vediamo ancora di più l’urgenza di sviluppare nelle nostre comunità un’accoglienza reale verso le persone che vivono tali situazioni. Per questo è importante che lo stile della comunità, il suo linguaggio, i suoi atteggiamenti, siano sempre attenti alle persone, a partire dai piccoli. (…) E’ importante che essi sentano la Chiesa come madre attenta a tutti, sempre disposta all’ascolto e all’incontro.”

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3. Nuove convivenze
“In questi decenni, in verità, la Chiesa non è stata né insensibile né pigra”, ha sottolineato il Pontefice, precisando dopo: “Grazie all’approfondimento compiuto dai Pastori, guidato e confermato dai miei Predecessori, è molto cresciuta la consapevolezza che è necessaria una fraterna e attenta accoglienza, nell’amore e nella verità, verso i battezzati che hanno stabilito una nuova convivenza dopo il fallimento del matrimonio sacramentale; in effetti, queste persone non sono affatto scomunicate, e non vanno assolutamente trattate come tali: esse fanno sempre parte della Chiesa.”

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4. Discernimento e cura pastorale
“Papa Benedetto XVI è intervenuto su tale questione, sollecitando un attento discernimento e un sapiente accompagnamento pastorale, sapendo che non esistono «semplici ricette» (Discorso al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, Milano, 2 giugno 2012, risposta n. 5). Di qui il ripetuto invito dei Pastori a manifestare apertamente e coerentemente la disponibilità della comunità ad accoglierli e a incoraggiarli, perché vivano e sviluppino sempre più la loro appartenenza a Cristo e alla Chiesa con la preghiera, con l’ascolto della Parola di Dio, con la frequenza alla liturgia, con l’educazione cristiana dei figli, con la carità e il servizio ai poveri, con l’impegno per la giustizia e la pace.”

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5. Il Buon Pastore
Papa Francesco ha concluso dicendo: “L’icona biblica del Buon Pastore (Gv 10,11-18) riassume la missione che Gesù ha ricevuto dal Padre: quella di dare la vita per le pecore. Tale atteggiamento è un modello anche per la Chiesa, che accoglie i suoi figli come una madre che dona la sua vita per loro.”

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(I saluti di Francesco ai pellegrini di lingua italiana) Papa Francesco ricorda la festa, oggi, della Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, dove si venera l’icona della Salus Populi Romani

Cari pellegrini di lingua italiana: benvenuti! Si vede che oggi siete entusiasti. Sono lieto di accogliere i partecipanti al Meeting Internazionale Giovani verso Assisi, i ministranti delle Diocesi di Palermo e Treviso e la Compagnia di Sant’Orsola, con l’Assistente Ecclesiastico Mons. Adriano Tessarollo. Saluto i giovani del Festival del Folklore di Cori, l’Associazione Solidarietà con il Popolo Saharawi insieme al Centro Missionario Diocesano di Firenze; il Comitato Feste del Divin Crocifisso di Pove del Grappa e i fedeli di Baucìna. La visita alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo alimenti in tutti la fede che si manifesta in concrete opere di carità.
Oggi celebriamo la Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, dove si venera l’icona della Salus Populi Romani.
(Papa Francesco invita tutti a recitare un’Ave Maria)
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Un particolare pensiero rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli.
Invocate la Madre di Dio, cari giovani, per sentire la dolcezza del suo amore; pregatela nei momenti della croce e della sofferenza, cari ammalati, in particolare voi Angeli della Libertà di Siracusa; guardate a Lei, cari sposi novelli, come al modello del vostro cammino coniugale di dedizione e fedeltà.
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di Francesco Saverio Brocal per Il Sismografo e Stefano Santi per Papaboys.org – Livetwitting della Redazione Papaboys

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