Dall’archivio PAPABOYS – Lo ha detto Papa Francesco rispondendo a una famiglia presente alla convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito, che ha presentato la sua testimonianza al Papa insieme a un sacerdote, un giovane e una giovane disabile. Francesco è allo Stadio Olimpico, sede scelta dalla convocazione, insieme a circa 52mila persone da più di 50 Paesi diversi. Prima del discorso del Papa, i quattro rappresentanti delle categorie gli hanno presentato la propria testimonianza. Ecco di seguito i testi completi della risposta del Papa: Il sacerdote: “Beatissimo padre, come vede sono uno tra i sacerdoti più giovani. Oggi siamo qui a rendere lode al Signore, oltre mille sacerdoti. Attraverso il Rinnovamento ho scoperto come si ama il Signore, e Dio ha concesso a me di vivere secondo uno slancio di servizio maggiore la vita del Vangelo. Ho riscoperto la vita della comunità, il dialogo con i laici e la promozione dei loro carismi. E così ho reso più efficace il mio ministero ecclesiale. Noi vogliamo essere il volto giovane e misericordioso della sposa di Cristo: benedica le nostre fatiche e le nostre gioie, confermi in tutti noi la fede e preghi per noi. Perché resti sempre acceso nel nostro cuore il fuoco missionario del Vangelo. La ricordiamo umilmente con la nostra preghiera all’altare. Grazie”. Il Papa risponde: “A voi sacerdoti mi viene di dire una sola parola: vicinanza. Vicinanza a Gesù cristo, nella preghiera e nell’adorazione. Vicini al Signore, e vicinanza alla gente, al popolo di Dio che è stato affidato a voi. Amate la vostra gente, siate vicini alla gente. Questo è quello che chiedo a voi, questa doppia vicinanza: a Gesù e alla gente”.
La giovane: “Carissimo Papa, sono uno delle migliaia di giovani presenti. L’effusione dello Spirito ci ha cambiato la vita. La lode non è solo alzare le mani al cielo, ma è l’esperienza con Gesù vivo in mezzo a noi. La nostra vita è cambiata, non è più facile ma più felice. E noi siamo felici di dirti che questo nuovo amore vuole farsi pegno verso tutti. Ti chiediamo di pregare e confermarci nella fede, pregare per tutti noi giovani affinché possiamo diventare fedeli al Signore nei nostri propositi. Noi preghiamo per te”. Al che Francesco risponde: “Sarebbe triste che un giovane custodisca la sua gioventù in una cassaforte. Così questa gioventù diventa vecchia, nel peggiore senso della parola. Diventa uno straccio, non serve per niente. La gioventù è per rischiarla, rischiarla bene, con speranza. È per scommetterla, su cose grandi. La gioventù è per darla, perché altri conoscano il Signore. Non risparmiate per voi la vostra gioventù, ma andate avanti”.
È il turno di una famiglia, composta da madre, padre e 3 bambini: “Siamo qui con i nostri figli e con tante speranze di bene. Il Rinnovamento è stato per noi riscoperta della bellezza di fare famiglia, esperienza gioiosa. Anche in casa è possibile dialogare, ascoltarsi, sostenersi e soprattutto dialogare. Un nuovo amore ci spinge a educare i nostri figli alla fede in Gesù. Ogni giorno abbiamo bisogno di quella fede che viene dall’altro, quella forza che ci sostiene verso la grazia dell’unità in famiglia. Ci confermi nella fede e invochi su tutte le famiglie del mondo, soprattutto su quelle in difficoltà, le grazie che attendiamo. Noi vi promettiamo la nostra preghiera”. Appena terminato di ascoltare, il Papa si alza e abbraccia i componenti di questa famiglia a cui dice: “Le famiglie sono la Chiesa domestica, dove Gesù cresce. Cresce nell’amore dei coniugi, nella vita dei figli. Per questo, il nemico attacca tanto la famiglia. Il demonio non la vuole. E cerca di distruggerla, cerca che l’amore non si liberi. Le famiglie sono questa Chiesa domestica. Ma gli sposi sono peccatori come tutti, non vogliono andare nella fede, nella sua fecondità, nei figli e nella fede dei figli. Il Signore benedica la famiglia, la faccia forte in questa crisi nella quale il diavolo vuole distruggerla”.
Per ultimo arriva una giovane disabile: “Sono una non vedente, ma vorrei dire a tutti che la mia luce è Gesù! [grande applauso dello stadio]. Come tantissime persone qui presenti, nonostante l’handicap e la sofferenza, da molti anni provo una gioia profonda perché la luce di Ges brilla nel mio cuore e rischiara ogni oscurità, guarendo ogni mia malattia fisica e spirituale. Sì è vero, non ci vedo: ma Gesù cammina con me e per me, e nel Rinnovamento ho scoperto che non sono mai sola. Che grande forza è la fraternità che si vive! Padre Santo, confermi noi malati e portatori di handicap nella fede, preghi su di noi perché possiamo testimoniare con forza la vittoria di Gesù su ogni male e malattia! La nostra preghiera sale al cielo costantemente per lei”. Finito di parlare, Martinez (presidente nazionale RNS) accompagna la giovane dal Papa, che l’abbraccia e la benedice. E a lei Francesco dice, dopo un breve dialogo personale: “Fratelli e sorelle che soffrono, che hanno una malattia, che sono disabili. Sono fratelli e sorelle unti dalla sofferenza di Gesù Cristo. Imitano Gesù nel momento difficile della Sua croce nella sua vita. Questa unzione della sofferenza la portano loro avanti, per tutta la Chiesa. Grazie tante, fratelli e sorelle! Per accettare di essere unti dalla sofferenza. Grazie tante per la speranza che voi testimoniate. Quella speranza che ci porta avanti, cercando la carezza di Gesù”. Prima di concludere questo momento di dialogo, il Papa dice: “Dicevo a Salvatore [Martinez, presidente nazionale di RnS] che manca un gruppo, forse il più importante: i nonni, gli anziani. E quelli sono l’assicurazione della nostra fede, i vecchi! Ma guardate, quando Maria e Giuseppe portarono Gesù al tempio, ce n’erano due: quattro volte, se non cinque, il Vangelo dice che sono stati condotti dallo Spirito Santo. E Maria e Giuseppe dicono che sono stati condotti dalla Legge. I giovani devono compiere la Legge. Gli anziani, come il buon vino, hanno quella libertà dello Spirito Santo. È così! Questo Simeone, che era coraggioso, ha inventato una liturgia e lodava Dio: lo Spirito lo spingeva a questo. Gli anziani sono la nostra saggezza, sono la saggezza della Chiesa. Gli anziani, che tante volte noi scartiamo.
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I nonni, gli anziani. E quella nonnina, Anna, ha fatto una cosa straordinaria nella Chiesa: ha canonizzato le chiacchiere, perché invece di chiacchierare andava da una parte all’altra a dire ‘è questo che ci salverà’. Le nonne e i nonni sono la nostra forza e saggezza. Che il Signore ci dia sempre anziani saggi, che ci danno la memoria della Chiesa. Quello che di loro dice la Lettera agli Ebrei: il senso della gioia. Dice che gli anziani salutavano le promesse da lontano, che ci insegnano questo”.
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Dall’archivio del sito PAPABOYS 3.0. La trascrizione live è stata curata da asianews, il servizio è di Emanuela Graziosi
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Il demonio non vuole la famiglia, perché vuole ridurre l'uomo alla solitudine ed alla schiavitù del vizio per allontanarlo da Dio. La famiglia è un dono voluto da Dio, perché Egli è unità e condivisione. In particolare, mi fa riflettere il fatto che la donna sia la figura chiave nel collaborare alla creazione e di come il demonio si stia accanendo, ora più che mai, contro la donna e contro la maternità... La maternità è lo strumento che Dio ha voluto per la creazione. Dalla Genesi all'Apocalisse si ritrovano tanti riferimenti alle insidie che il maligno tende alla donna ed alla maternità in particolare. La sua arma è nella bocca, nella lingua, nel veleno che si nasconde dietro le sue "affascinanti" menzogne. Non è un caso che millenni fa, iil maligno sia stato raffigurato come un serpente velenoso.
Oggi capisco perfettamente che la maternità, la famiglia naturale, il matrimonio sono minacciati perché da sempre il demonio, che desidera solo l'infelicità dell'uomo, è contrario alla condivisione voluta da Dio. E poiché la donna, in questo disegno di Dio, è indispensabile, è la donna che bisogna distruggere, è la maternità che bisogna demolire. Proponendo surrogati di famiglia, argomentando fantasiosi sillogismi perversi e contro natura. La logica è solo di facciata. Il ripieno è un cuore di panna avvelenata. Il veleno del serpente!
Ma secondo voi, perché Gesù Cristo è nato da una donna? Non poteva scendere dal Cielo direttamente, scortato dagli angeli? Quanto è importante, allora la donna, agli occhi di Dio? Quanto la odia il demonio? Quanto il demonio detesta ed invidia la sua maternità, qualità conferitale da Dio in persona?
Penso anche io che sia così.
Troppo arranca la famiglia nella società moderna,senza che nessuno aiuti questa importantissima istituzione,nonostante 1000 promesse dei politici di turno.
Grazie papà Francesco !