Pensando all’Incontro mondiale delle famiglie, la cui prossima edizione avrà luogo nel 2021 a Roma, Papa Francesco ricorda la vocazione di questa “chiesa domestica”, “segno eloquente della bellezza del sogno di Dio per l’intera famiglia umana”. “Il sogno di Dio è l’unità”, così le famiglie sono chiamate a “fare del mondo una casa dove nessuno sia solo, non voluto o escluso”. Nonostante le tante difficoltà che oggi la famiglia incontra, dinanzi al dilagare dei divorzi, quasi una “moda”, ricorda l’importanza dell’unità, della volontà di andare avanti insieme nonostante le difficoltà.
“Io rispetto ognuno, dobbiamo rispettare la gente, ma l’ideale non è il divorzio, l’ideale non è la separazione, non è la distruzione della famiglia. L’ideale è la famiglia unita. Così avanti: questo è l’ideale”.
Barbara Castelli – Città del Vaticano
“L’Incontro mondiale delle famiglie a Dublino è stata un’esperienza profetica, confortante, di tante famiglie impegnate nella via evangelica del matrimonio”. All’udienza generale, Papa Francesco racconta emozioni e impressioni sul suo ultimo viaggio apostolico. Una visita, il 25 e 26 agosto a Dublino, dedicata al IX Incontro mondiale delle famiglie, e durante la quale, “ a più riprese”, il Pontefice ha anche chiesto “perdono” per “varie forme di abusi”, compiuti “anche da parte di membri della Chiesa”, “crimini” “che le autorità ecclesiastiche in passato” non “sempre” hanno “saputo affrontare in maniera adeguata”, procurando “scandalo” e “senso di tradimento”. “Un segno profondo”, rimarca Papa Bergoglio, “ha lasciato l’incontro con alcuni sopravvissuti”; “ho implorato la Madonna di intercedere per la guarigione delle vittime e di darci la forza di perseguire con fermezza la verità e la giustizia”, rimediando “ai fallimenti del passato con onestà e coraggio”.
“I Vescovi irlandesi hanno intrapreso un serio percorso di purificazione e riconciliazione con coloro che hanno sofferto abusi, e con l’aiuto delle autorità nazionali hanno stabilito una serie di norme severe per garantire la sicurezza dei giovani”.
Il Pontefice passa in rassegna i vari eventi che hanno scandito la due giorni in Irlanda: l’incontro con le autorità, la visita nella pro-cattedrale, l’incontro con la solidarietà messa in campo dai Cappuccini, la festa delle famiglie, la messa nel Phoenix Park. Quello che maggiormente è rimasto nel cuore di Papa Bergoglio sono le testimonianze rese dalle famiglie, veri “punti-luce” del viaggio. “Le loro storie”, insiste, “ci hanno ricordato che l’amore del matrimonio è uno speciale dono di Dio, da coltivare ogni giorno”, “ci hanno anche mostrato come la fede si attui nella vita quotidiana, ‘intorno alla tavola di casa’”.
“Quanto ha bisogno il mondo di una rivoluzione di amore, di una rivoluzione di tenerezza, che ci salvi dall’attuale cultura del provvisorio! E questa rivoluzione comincia nel cuore della famiglia”.
Nel corso della catechesi, pronunciata in piazza San Pietro, Papa Bergoglio parla, ancora una volta, dell’importanza dei nonni e del “valore della comunicazione tra generazioni”, abbandonando “telefonini e tablet” per dare, invece, “priorità al tempo speso insieme”. “Oggi sembra che i nonni disturbano”, precisa, parlando a braccio, “in questa cultura dello scarto, i nonni si ‘scartano’, si allontanano”, ma “i nonni sono la saggezza, sono la memoria di un popolo, la memoria delle famiglie”.
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Nel corso del tradizionale appuntamento del mercoledì, il Pontefice parla anche della crisi delle vocazioni in Irlanda, una terra con profonde “radici” cristiane. E chiede di recitare insieme un Ave Maria alla vergine di Knock, dove domenica si è recato per visitare il noto Santuario. Papa Francesco riconosce che forse la fede fatica a fiorire nelle intenzioni delle persone anche per “gli scandali”, ma prega “perché il Signore invii santi sacerdoti in Irlanda, invii nuove vocazioni”.
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