Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Preghiera, annuncio, missione, sono i tre “sentieri” necessari a prendersi cura delle vocazioni, di cui oggi c’è tanto bisogno. È il percorso che il Papa indica alla Famiglia Vocazionista, ricevuta oggi in Vaticano, alla quale chiede di seminare, preparare, far crescere e accompagnare le vocazioni, partendo dall’esempio del fondatore San Giustino Maria Russolillo, apostolo delle vocazioni canonizzato nel maggio dell’anno scorso.
Anzitutto la preghiera. Ognuno si risponda dentro, a questo domanda che ho fatto io …non ad alta voce, ma dentro il cuore: io prego per le vocazioni? O soltanto dico un Padre nostro o un Ave o Maria, un po’ di corsa … Porto una preghiera intensa per le vocazioni?
Grazie alla preghiera, spiega Francesco nel suo discorso, si diviene “riflesso dell’amore del Padre per coloro che incontriamo lungo il cammino”. È in questo modo che si offre “il primo servizio alle vocazioni”, soprattutto guardando ai giovani che possono essere “attratti dalla scelta di donarsi internamente a Dio”.
Le vocazioni, soprattutto quelle di speciale consacrazione, nascono spesso così, a contatto con qualche sacerdote o qualche religiosa che mostrano una bella umanità, una pace del cuore, una gioia invincibile, un tratto amorevole e accogliente. Ed è la preghiera che ci fa diventare così. Non trascuriamola! Pregare per le vocazioni, intensamente.
Ad accompagnare la preghiera c’è l’annuncio, “l’annunciare il Signore”, aspetto importante e che investe “l’insegnamento del catechismo”. Oggi, di fronte allo smarrimento delle persone, in particolare dei giovani, che spesso si ritrovano “a vivere alla giornata”, è la spiegazione del Papa, è necessario tornare all’annuncio della Parola per “comunicare in modo semplice e appassionato i contenuti della fede”.
C’è bisogno di questo nella Chiesa: che le energie del nostro apostolato siano soprattutto indirizzate all’incontro e all’ascolto, per accompagnare nel discernimento. Questo vi raccomando: raggiungere tutti con la gioia del Vangelo, aiutare le persone nel discernimento spirituale, spendersi nell’evangelizzazione!
Accoglienza, ascolto, vicinanza. Infine il Papa parla dello spirito missionario, da rinnovare costantemente, sottolinea la necessità da “mettere in circolo”, sia nella Chiesa che nella società, tutto “ciò che è utile per comunicare la gioia del Vangelo”. Anche in questo modo, spiega ancora Francesco, “si porta avanti la missione: diventando capaci di accoglienza, di ascolto, di vicinanza”.
Vi auguro di essere sempre uno spazio aperto per l’accoglienza delle persone e la cura delle vocazioni; un luogo di preghiera e discernimento per chi cerca; un luogo di consolazione per chi è ferito; una “bottega dello Spirito” dove chi entra può fare l’esperienza di essere modellato dall’artigiano divino che è lo Spirito Santo.
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