Sancta Sedes

Papa Francesco: ‘Impegniamoci a vivere un Natale che sia vero, non commerciale!’

Il dono di sé, “l’abbassamento” fino a farsi povero tra i poveri, il servizio: è questo il significato del Natale nel saluto che il Papa ha rivolto alle delegazioni provenienti dal Perù, dal Trentino e dal Veneto che hanno donato rispettivamente l’albero e il presepe in piazza San Pietro e quello allestito in Aula Paolo VI

Roberta Barbi – Città del Vaticano per Vaticannews.va

Arriva “dalla fine del mondo”, e precisamente dal villaggio andino di Chopcca, nel dipartimento di Huancavelica, in Perù, il presepe che quest’anno troneggia in piazza San Pietro, dove potrà essere ammirato per tutte le Festività natalizie. Accanto a lui svetta l’immenso abete rosso, dono dei boschi trentini di Andalo; ma quest’anno c’è anche un altro presepe, collocato in Aula Paolo VI, realizzato dai giovani della parrocchia di San Bartolomeo a Gallio, in provincia di Vicenza ma nella diocesi di Padova, a ricordarci la venuta di Gesù nel mondo. Papa Francesco ha ricevuto oggi le rispettive delegazioni,

ringraziandole per questi doni così importanti e simbolici. Nel pomeriggio, a partire dalle 17, la cerimonia d’inaugurazione in Aula Paolo VI e l’accensione delle luci.

Il presepe, simbolo della tenerezza di Dio

È per la delegazione peruviana il primo grazie espresso oggi da Papa Francesco, che ha voluto citare il vescovo monsignor Carlos Salcedo Ojeda, il ministro degli Esteri peruviano e tutte le autorità civili ed ecclesiali che hanno collaborato alla realizzazione di questo grande presepe e che abbellisce piazza San Pietro. Il Santo Padre si sofferma in particolare sugli abiti e i materiali con cui è realizzato, tipici di quei territori, che simboleggiano l’universalità della chiamata alla salvezza.

Gesù, infatti, è venuto in terra nella concretezza di un popolo per salvare ogni uomo e ogni donna, di tutte le culture e le nazionalità. Si è fatto piccolo perché possiamo accoglierlo e ricevere il dono della tenerezza di Dio.  

Il Papa con alcuni rappresentanti della delegazione peruviana

Le luci dell’abete come la luce di Gesù

Oltre al presepe, in piazza c’è anche un maestoso abete rosso proveniente dal Trentino, e più precisamente da Andalo, la cui delegazione è guidata dall’arcivescovo monsignor Lauro Tisi. A loro Francesco ha ricordato come l’abete sia segno di Cristo, l’albero della vita a cui l’uomo non poteva accedere a causa del peccato, ma con il Natale la vita divina si è finalmente ricongiunta a quella umana.

L’albero di Natale allora evoca la rinascita, il dono di Dio che si unisce all’uomo per sempre, che ci regala la sua vita. Le luci dell’abete richiamano quella di Gesù, la luce dell’amore che continua a risplendere nelle notti del mondo.

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