REPLAY WEB-TV – Domenica 29 novembre 2015 dalle ore 12.10
Riguarda con noi dei Papaboys in collegamento dal Centrafricaa (grazie al player streaming del Centro Televisivo Vaticano) la visita di Papa Francesco al campo profughi di Bangui.
La diretta è prevista per questa Domenica 29 novembre 2015. LIVE TV DALLE ORE 12.10.
Pope Francis visits the Refugee Camp of the St. Sauveur Parish of Bangui.
LIVE WEB-TV – Domenica 29 novembre 2015 dalle ore 12.10
Guarda con noi dei Papaboys in collegamento dal Centrafricaa (grazie al player streaming del Centro Televisivo Vaticano) la visita di Papa Francesco al campo profughi di Bangui.
La diretta è prevista per questa Domenica 29 novembre 2015. LIVE TV DALLE ORE 12.10.
Pope Francis visits the Refugee Camp of the St. Sauveur Parish of Bangui.
Alle ore 12 il programma del Santo Padre prevede una visita a un Campo profughi per ora non precisato. Nella capitale Bangui, cuore della crisi sociale e politica che dilania il Paese da alcuni anni, esistono numerosi campi profughi che accolgono migliaia di sfollati. Secondo l’ACNUR i rifugiati sarebbero almeno 75.000.
Campo “Il Carmelo” di Bangui. “Siamo uno dei 5 campi profughi più grandi di Bangui. Secondo l’ultimo censimento effettuato da una Ong il numero dei nostri profughi è sceso e si è ormai stabilizzato a 7.500” riferiva nel giugno 2014 all’Agenzia Fides p. Federico Trinchero, missionario carmelitano scalzo che opera nel convento Notre Dame du Mont Carmel di Bangui.
Ora tutti i nostri ospiti hanno trovato rifugio sotto tendoni di plastica, dove possono abitare più famiglie insieme. Per l’esattezza, sono stati montati 79 tendoni: 21 da 80 mq e 58 da 160mq. Vi sono poi da aggiungere un centinaio di altre tende per una sola famiglia. Oltre alle tende sono state installate 116 latrine e 110 docce. Il nostro campo profughi è diviso in 12 quartieri. Ogni quartiere ha un responsabile, coadiuvato da due consiglieri. Un comitato, composto da un presidente, un segretario generale e un sorvegliante, presiede e organizza ogni attività e movimento nel campo. Un’equipe di vigilanza per la notte e un’altra per il giorno (con tanto di fascia rossa al braccio e un rosario blu al collo) si occupano della sicurezza 24 ore su 24; altre due equipe sono incaricate della pulizia dei servizi igienici, delle docce, della pulizia del campo e della raccolta dell’immondizia. Immaginate di avere una media di 10.000 persone che stanno facendo una sorta di pic-nic, lungo 5 mesi, nel vostro giardino: qualche tonnellata di immondizia è inevitabile e l’erba è ormai un ricordo. Inoltre, sono stati creati tantissimi drenaggi per evitare l’allagamento delle tende durante le piogge più torrenziali. Un’altra equipe ancora, formata di giovani alquanto muscolosi, si occupa dello scarico dei viveri. Ogni due settimane, infatti, la Croce Rossa Internazionale deposita, in uno dei chiostri del convento, qualcosa come 16 tonnellate di riso, 6 tonnellate di fagioli, 2800 litri di olio e 12 grandi sacchi di sale. Infine, un consiglio di 10 saggi – uomini e donne – svolge un influente ruolo di controllo su tutte le attività.La situazione del PaeseLa situazione nel paese è precipitata a partire da marzo del 2013, quando i ribelli della coalizione anti-governativa (chiamata Seleka, a prevalenza musulmana) sono entrati nella capitale, assaltando il palazzo presidenziale, deponendo il presidente Bozizè (che aveva già abbandonato il paese) e proclamando presidente il loro leader Micheal Djotodia, primo capo di governo musulmano in un paese a prevalenza cristiana.
L’alleanza contro il presidente Bozizè si era sempre opposta al suo governo, (dal 2005) e nonostante i tentativi del nuovo presidente di normalizzare la situazione, la crisi è andata peggiorando nel corso del 2013 e i combattimenti tra i fedeli dell’ex presidente Bozizé e i ribelli Seleka non si sono mai fermati, colpendo in modo drammatico la popolazione.
I numeri della crisi umanitaria nella Repubblica Centrafricana
Le persone colpite dalla crisi sono 4,6 milioni (l’intera popolazione), di cui 2,3 milioni sono bambini.
Almeno 1.000 persone sono state uccise a Bangui dopo l’ultima crisi scoppiata il 5 dicembre.
Secondo le Nazioni Unite, il numero di bambini soldato nella Repubblica Centrafricana è più che raddoppiato, arrivando a 6.000 negli ultimi mesi.I minori vengono usati come auto- difesa dai miliziani per contrastare ondate di attacchi da parte di ex ribelli di Seleka.
Più di 800.000 persone sono state costrette a fuggire dalle loro case, di queste, circa 400.000 sono sfollate a Bangui.
Secondo l’UNHCR i rifugiati sono 75.000.
In media nei campi profughi c’è solo 1 latrina ogni 12 mila sfollati.
In tutto il paese ci sono solo 7 chirurghi, per una popolazione di 4,6 milioni di persone.
Gli ultimi dati del PAM indicano che 1,3 milioni di persone – il 20 per cento della popolazione nella Repubblica Centrafricana e il 30 % al di fuori di Bangui – sono a rischio di fame a causa degli scontri e della scarsità dei raccolti.
Bangui
Bangui (pronuncia francese: [bɑ̃ɡi]) è la capitale della Repubblica Centrafricana e la sua più grande città, con una popolazione stimata di 740 000 abitanti nel 2012. Il nome del primo insediamento era Bongai, che significa “rapide”, poiché nacque sulla riva settentrionale del fiume Ubangi. La città venne fondata dai francesi nel 1889, e crebbe durante il periodo in cui faceva parte dell’Africa Equatoriale Francese. La maggior parte della popolazione della Repubblica Centrafricana vive nella parte occidentale del paese, a Bangui e nell’area circostante. La città forma un comune autonomo circondato dalla prefettura di Ombella-M’Poko. Il comune ha una superficie di 67 chilometri quadrati ed è la più piccola divisione amministrativa di alto livello nel paese, ma la più grande in termini di popolazione. La città è composta da 8 distretti urbani (arrondissements), 16 groupements e 205 quartieri (quartiers). Essendo la capitale della Repubblica Centrafricana, Bangui funge da centro commerciale ed amministrativo, qui hanno sede l’Assemblea Nazionale, gli edifici governativi, le banche, le imprese straniere, le ambasciate, gli ospedali, molti alberghi, grandi mercati e la prigione centrale di Ngaragba. A Bangui si producono tessuti, prodotti alimentari, birra, scarpe e sapone. La città è servita dall’aeroporto di Bangui, il Bangui M’Poko International Airport. La Cattedrale di Notre-Dame è la sede dell’arcidiocesi cattolica di Bangui. La città è anche sede dell’Università di Bangui, inaugurata nel 1970. Bangui è stata teatro di intense attività ribelli durante i decenni di sconvolgimenti politici, compresa la ribellione in corso, per i quali è stata nominata nel 1996 una delle città più pericolose al mondo. (Fonte: Wikipedia)
Buona visione!