Papa Francesco sarà il secondo Papa a recarsi in questi Paesi. Nel caso dell’Ecuador lo farà trenta anni dopo la visita di s. Giovanni Paolo II (30 gennaio-1° febbraio 1985 – Quito, Latacunga, Cuenca e Guayaquil). Le visite in Bolivia ed Ecuador saranno realizzate invece a 27 anni di distanza di quelle di Papa Wojtyla che si recò in sei città boliviane (9-14 maggio 1988 – La Paz, Cochabamba, Sucre, Santa Cuz, Tarija e Trinidad) e in cinque paraguaiane (16-18 maggio 1988 – Asunción, Villarica, Mar Estigarribia, Ecarnación e Caacupé).
I cattolici, in queste tre Nazioni ispano parlanti, sono la maggioranza della popolazione: in Paraguay il 70%, in Bolivia il 86% e in Ecuador il 85%. Questi Paesi, inoltre, hanno buoni rapporti diplomatici con la Santa Sede dal 1877; rapporti di collaborazione che in 138 anni si sono consolidati costantemente. Con la Bolivia e Paraguay in passato sono stati firmati importanti Accordi specifici (1957-1960). Con la Bolivia, il 29 maggio 1851, fu firmato il primo Concordato con una nazione latinoamericana da poco indipendente, ma non fu mai ratificato. Si considera questo accordo di grande importanza poiché servì dopo di “modello” per la firma di altri strumenti giuridici concordatari. Con l’Ecuador fu firmato un Concordato il 26 settembre 1862, modificato con una seconda versione il 2 maggio 1881.
Queste tre Nazioni inoltre sono fra quelle del Sudamerica con le popolazioni più basse: Paraguay, 7 milioni; Bolivia, 10 milioni; Ecuador, 15 milioni. Si tratta anche di Paesi con notevoli ritardi economici e dunque con alte percentuali di abitanti in situazione di povertà o di estrema povertà. In qualche modo potrebbero essere definiti Paesi “periferici della periferia sudamericana”. In queste Nazioni, per lunghi anni, i popoli hanno conosciuto e vissuto regimi dittatoriali o autoritari spesso feroci, in particolare in Paraguay e Bolivia. Il ritorno alla vita democratica è relativamente recente.
Per quanto riguarda le Chiese locali, si deve dire che seppure condividano la caratteristica di essere comunità ecclesiali molto vivaci e dinamiche, fortemente impegnate nella pastorale sociale con diversi progetti di evangelizzazione indirizzati in particolare alla famiglia, ai giovani e ai settori sociali più poveri, presentano notevoli differenze fra di loro per quanto riguarda il loro rapporto con lo Stato e con i governi. Forse è il Paraguay dove questi rapporti sono più collaborativi e sereni. Nel caso dell’Ecuador, le relazioni sono in generale abbastanza buone anche se non sono mancati momenti di tensione e polemica. Invece in Bolivia la situazione al riguardo è molto delicata da diversi anni. Il Presidente Evo Morales, e il suo partito, spesso hanno attaccato duramente la Chiesa e i vescovi. Solo dopo il preannuncio di una visita del Papa, tramite una commissione congiunta per la preparazione dell’evento, questi rapporti sono diventati più sereni e positivi.
di Luis Badilla per il blog Il Sismografo
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