IL GESUITA E IL DITTATORE. La terza volta di Bergoglio in Paraguay. Quando l’attuale Papa visitava il paese sudamericano e la Polizia politica di Stroessner lo schedava
Quella che inizierà oggi, 10 luglio prossimo in Paraguay non sarà la prima visita di Jorge Mario Bergoglio, che Umberto Eco chiama “un gesuita paraguaiano”. In questi giorni diverse testate locali del Paraguay si sono messe alla ricerca di notizie e testimonianze sui passaggi precedenti di Papa Francesco e così si è arrivati anche agli archivi di Stato dove sono state rintracciate le schede della Polizia Politica ai tempi della dittatura di Alfredo Stroessner Matiauda che governò il Paese con pugno di ferro e ferocia inaudita dal 15 agosto 1954 al 3 febbraio 1989.
La prima visita di Jorge Mario Bergoglio, arrivato nella capitale, Asunción, con un volo delle Aerolineas Argentinas, porta la data del 18 luglio 1977. La Nota della Polizia afferma che il gesuita argentino, carta d’Identità Nº 3.986.522, è arrivato alle ore 9 procedente da Buenos Aires. Nel rapporto del poliziotto dell’aeroporto, Silvio Pettirossi, al generale Francisco A. Brítez, si ricorda che il sacerdote ha 36 anni e che ha dichiarato come domicilio temporale il Collegio Cristo Re. L’informazione viene confermata oggi da padre Mario García che ricorda l’occasione di questa visita: una riunione di Provinciali gesuiti. Allora Bergoglio era il Provinciale argentino. Negli archivi del Museo della Giustizia è stata rintracciata la documentazione di un’altra visita di padre Bergoglio il 6 agosto 1980. La coordinatrice Rosa Palau fa vedere i documenti della Polizia – con la firma del colonnello Pastor – dove si legge che il prete è arrivato alle ore 23, con volo della LAP, proveniente da Buenos Aires e soggiornerà alcuni giorni presso la casa sita in via Cerro Corá numero civico 2249. Padre José Luis Caravias ricorda: in quell’occasione, Bergoglio venne per una riunione di Maestri del noviziato. Inoltre aggiunge: “padre Bergoglio mi salvò la vita in Argentina poiché mi informò sul pericolo di essere ucciso dopo una sorta di sentenza della ‘Triple A’ (Alleanza anticomunista argentina).
Ora, quando a luglio, per la terza volta Jorge Mario Bergoglio metterà piedi in Paraguay lo farà come Papa Francesco e ciò non solo ci aprirà nuovi squarci sulla vita del Pontefice, in molti aspetti sorprendenti, ma anche sulla nazione “guaranì” e il suo popolo che tanto ha sofferto per molti decenni.
Servizio di Luis Badilla per Terre D’America