Papa Francesco, nell’udienza generale, invita i credenti a vivere i riti della Passione e morte di Gesù come “una grande liturgia domestica”, guardando la croce di Cristo e meditando sulle parole dei Vangeli.
Il momento storico che stiamo vivendo ci scaturisce numerose domande e alcune, riguardano Dio. Papa Francesco le sintetizza ed esprime così: “Che cosa fa Dio davanti al nostro dolore? Dov’è quando va tutto storto? Perché non ci risolve in fretta i problemi?”. E dice che il racconto della Passione di Gesù ci aiuta a trovare le risposte.
Anche la gente intorno a Gesù si poneva delle domande su di lui, se veramente lui avrebbe “liberato il popolo dai suoi nemici”. Gesù non corrispondeva alle loro attese, “si aspettavano – dice il Papa – un Messia potente e trionfatore con la spada. Invece ne arriva uno mite e umile di cuore, che chiama alla conversione e alla misericordia”. Di fronte poi alla sua morte tutti lo abbandonano, pensando che quel Gesù non poteva essere il Messia. E Francesco prosegue:
Ma se andiamo avanti a leggere il racconto della Passione, troviamo un fatto sorprendente. Quando Gesù muore, il centurione romano, che lo aveva visto soffrire in croce, che lo aveva sentito perdonare tutti, che aveva toccato con mano il suo amore senza misura, dice: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio“.
Il centurione dice il contrario degli altri. Qual è allora il vero volto di Dio? In Lui, afferma il Papa, noi proiettiamo quello che noi siamo “alla massima potenza”, ma Dio è diverso e per farsi conoscere “ci è venuto incontro e proprio a Pasqua si è rivelato completamente”.
Dove si è rivelato completamente? Sulla croce. Non dimentichiamo fratelli e sorelle che la croce è la cattedra di Dio. Ci farà bene stare a guardare il Crocifisso in silenzio e vedere chi è il nostro Signore: è Colui che non punta il dito contro qualcuno, ma spalanca le braccia a tutti, anche a colui che lo sta crocifiggendo; che non ci schiaccia con la sua gloria, ma si lascia spogliare per noi; che non ci ama a parole, ma ci dà la vita in silenzio.
Dunque, osserva Francesco, è “per liberarci dai pregiudizi su Dio che guardiamo il Crocifisso”. E poi, suggerisce, “apriamo il Vangelo”.
In questi giorni, tutti in quarantena e a casa, chiusi, prendiamo queste due cose in mano: il Crocifisso, guardiamolo; e apriamo il Vangelo. Questa sarà per noi – diciamo così – come una grande liturgia domestica, perché non possiamo andare in chiesa, in questi giorni. Crocifisso e Vangelo.
E’ necessario dunque, dice il Papa, guardare al Crocifisso per capire, ma poi è bene aprire il Vangelo. Lì leggiamo che quando la gente lo vorrebbe proclamare re o i diavoli svelare la sua divinità, Gesù non lo vuole. Perchè?
Perché Gesù non vuole essere frainteso, non vuole che la gente confonda il Dio vero, che è amore umile, con un dio falso, un dio mondano che dà spettacolo e s’impone con la forza.
E’ invece nelle parole del centurione che si rivela la vera identità di Gesù. E’ in quel momento che “si vede che Dio è onnipotente nell’amore, e non in altro modo”.
La natura di Dio è l’Amore, continua Francesco, ma molti potrebbero dire che non sanno che farsene di un Dio così debole. Ma, sottolinea il Papa, “ il potere di questo mondo passa, mentre l’amore resta”.
È l’amore di Dio che a Pasqua ha guarito il nostro peccato col suo perdono, che ha fatto della morte un passaggio di vita, che ha cambiato la nostra paura in fiducia, la nostra angoscia in speranza. La Pasqua ci dice che Dio può volgere tutto in bene. Che con Lui possiamo davvero confidare che tutto andrà bene. Ecco perché il mattino di Pasqua ci viene detto: “Non abbiate paura!”.
Come Gesù ha cambiato la storia “facendosi vicino a noi”, e con la sua morte ha vinto la morte, così anche noi “possiamo cambiare le nostre storie avvicinandoci a Lui”. L’invito è a lasciarsi guardare dal Crocifisso, “capiremo che non siamo soli, ma amati, perché il Signore non ci abbandona e non si dimentica di noi, mai”.
Fonte Vatican News – Adriana Masotti
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