Nel dopo Angelus di questa domenica, Papa Francesco ha regalato un breve pensiero sul senso dei simboli natalizi: facciamo in modo, ha detto, di non fermarci al segno, ma di andare al significato, cioè a Gesù. Non c’è pandemia, non c’è crisi che possa spegnere questa luce.
Lo aveva già detto lo scorso anno con una lunga lettera che era un “mirabile segno”. Lo ha ripetuto brevemente quest’anno, adattando la comunicazione alla rapidità richiesta da un dopo Angelus sotto la pioggia e dalla contingenza del virus globale che spopola le piazze.
Non per questo l’intensità è stata minore: indicando allo sparuto di “coraggiosi” sotto la sua finestra il presepe in allestimento al centro del Colonnato, il Papa lo ha celebrato assieme all’albero di Natale come espressione che allarga il cuore e lo spinge a guardare verso un orizzonte migliore di quello che appare.
In questi giorni, anche in tante case vengono preparati questi due segni natalizi, per la gioia dei bambini – e anche dei grandi. Sono segni di speranza, specialmente in questo tempo difficile. Facciamo in modo di non fermarci al segno, ma di andare al significato, cioè a Gesù: all’amore di Dio che Lui ci ha rivelato, andare alla bontà infinita che ha fatto risplendere sul mondo.