R. – Piazza San Pietro è la madre di tutte le piazze ed è il luogo nel quale ribadire l’urgenza di una fede che promuova unità, che promuova attenzione agli ultimi, come dice costantemente Francesco. Ed è impressionante pensare che gli ultimi sono anche i cristiani. Il desiderio di unità esprime questa povertà forte che c’è. Siamo drammaticamente divisi. Parlare di ecumenismo spirituale significa trovare vie di riconciliazione fra di noi; parlare di ecumenismo del sangue significa comprendere quanto sia importante che il genere umano sia unito. Allora abbiamo pensato di fare un regalo a Papa Francesco. Lui ci spingeva a lavorare per l’ecumenismo. Abbiamo quindi chiamato tanti amici da tante parti del mondo per far sentire loro il calore e l’affetto di questa unità intanto con lui, perché come centri concentrici questa unità si diffonda in tutto il mondo e gli altri possano vedere in questo format, in questa iniziativa che mette insieme preghiera e concerto ecumenico, una possibilità per stare insieme e per far vedere cosa la fede può generare.
D. – Avete trovato solidarietà anche da parte di altre confessioni religiose anche di fronte a una persecuzione contro i cristiani che è spesso silenziosa, come dice Papa Francesco…
R. – Sì. E’ silenziosa, come dice lui, e per altri versi chiassosa. C’è tanto rumore intorno a questi eventi. La politica si agita, l’economia si agita, le culture si agitano… La gente però soffre, la gente non ha voce. “Voci in preghiera” è il titolo di questo evento: vogliamo dare voce a coloro che non possono rivendicare il diritto di vivere, di vivere in casa, di vivere con una famiglia, di vivere con i propri cari, il diritto di confessare una fede e confessarla liberamente. Questa è una delle poche piazze al mondo in cui è possibile dire la fede pubblicamente. Dobbiamo recuperare questo spazio di intimità con Dio e di solidarietà umana fra gli uomini.
D. – Il Rinnovamento nello Spirito Santo ha avuto tante persone che hanno partecipato all’evento allo Stadio Olimpico, quest’anno si ripeterà la stessa presenza?
R. – Sì, penalizzati probabilmente dalla data ci sarà una leggera flessione nei numeri ma saranno tante migliaia di persone, come lo scorso anno, sia in Piazza San Pietro che allo stadio Olimpico.
D. – Questo significa che c’è un bisogno di fede?
R. – Sì e che la gente chiede di stare insieme, di essere radunata, ecco perché torniamo a Roma e torniamo con Papa Francesco.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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