Almeno in 50 mila, nel pomeriggio di ieri, circa le 23 in Italia, hanno accolto il Papa allo stadio di Túxtla Gutiérrez, in Chiapas, dove si è svolto l’incontro con le famiglie. Quattro le testimonianze che hanno preceduto il discorso di Francesco che ha ribadito l’attualità e la bellezza della famiglia dove si vince l’isolamento e ci si dà coraggio per ricominciare sempre.
La solitudine è tarma che inaridisce l’anima, ha detto il Papa, leggi che proteggano la famiglia e impegno personale “sono un buon abbinamento per spezzare la spirale della precarietà”
Le famiglie riempiono lo stadio, offrono la loro realtà spesso difficile e attendono l’incoraggiamento del Papa: è un dialogo quello che avviene tra loro e Francesco, fatto di gesti e di parole di tenerezza. Francesco si dice grato per le loro testimonianze offerte con semplicità: a parlare per primo è Manuel un ragazzino in carrozzina perché affetto da distrofia muscolare. Racconta il suo dolore che poi però diventa scoperta di nuove possibilità. E’ lui che fa coraggio ai suoi e parla del Vangelo agli altri ragazzi spesso soli e disorientati. C’è poi una coppia che festeggia 50 anni di matrimonio e testimonia che l’amore fedele è possibile; un’altra sposata solo civilmente a causa di un precedente divorzio che, incontrata la Chiesa, si è messa a servizio dei più poveri e infine una madre single tentata più volte dall’ idea dell’aborto a causa della solitudine ma che è riuscita sempre a scegliere la vita. Papa Francesco sottolinea il tema del coraggio da dare l’un l’altro e che Dio ci dà :
“Todos los que estamos acá hemos experiencia de eso…..”
“Tutti noi che siamo qui abbiamo fatto esperienza che, in molti momenti e in forme differenti, Dio Padre ha dato coraggio alla nostra vita. Possiamo dunque chiederci il perché. Perché non può fare altrimenti. È capace di darci coraggio. Perché? Perché il suo nome è amore, il suo nome è dono gratuito, il suo nome è dedizione, il suo nome è misericordia”.
Riprendendo la vicenda della madre single, Francesco commenta che precarietà e solitudine sono pericolose, minacciano lo stomaco, ma possono inaridire anche l’anima:
“La forma de combatir esta precariedad y aislamiento, que nos deja vulnerables….”
“Il modo di combattere questa precarietà e questo isolamento, che ci rendono vulnerabili da tante apparenti soluzioni, va dato a diversi livelli. Uno è attraverso leggi che proteggano e garantiscano il minimo necessario affinché ogni famiglia e ogni persona possa crescere attraverso lo studio e un lavoro dignitoso”.
E l’altro è mettersi al servizio degli altri. Leggi e impegno personale sono un buon abbinamento per spezzare la spirale della precarietà. Il Papa denuncia poi il rischio a cui le società si trovano a fronteggiare:
“Hoy en día vemos y vivimos por distintos frentes cómo la familia….”
“Oggi vediamo e viviamo su diversi fronti come la famiglia venga indebolita e messa in discussione. Come si crede che essa sia un modello ormai superato e incapace di trovare posto all’interno delle nostre società che, sotto il pretesto della modernità, sempre più favoriscono un sistema basato sul modello dell’isolamento. E si insinuano nelle nostre società – che si dicono società libere, democratiche, sovrane – si insinuano colonizzazioni ideologiche che le distruggono, e finiamo per essere colonie di ideologie distruttrici della famiglia, del nucleo della famiglia, che è la base di ogni sana società”.
#PapaFrancesco si accorge che tra la folla c'è un bambino gravemente ammalato. Ferma la cerimonia, e scende dal palco per andargli incontro. #PapaEnMex <3Associazione Nazionale Papaboys (Y)
Pubblicato da Associazione Nazionale Papaboys su Lunedì 15 febbraio 2016
Certo, afferma il Papa, vivere in famiglia non sempre è facile, spesso è doloroso e faticoso, il vivere insieme produce a volte rughe e cicatrici, ma conclude:
“Prefiero una familia herida, que intenda todos los dias conjugar el amor….”
“Preferisco una famiglia ferita che ogni giorno cerca di coniugare l’amore, a una società malata per la chiusura e la comodità della paura di amare. Preferisco una famiglia che una volta dopo l’altra cerca di ricominciare a una società narcisistica e ossessionata dal lusso e dalle comodità. Io preferisco una famiglia con la faccia stanca per i sacrifici, ai volti imbellettati che non sanno di tenerezza e compassione”.
Ancora un momento di grande commozione per Papa Francesco (e tutti noi) dopo la testimonianza di un adolescente…
Pubblicato da Associazione Nazionale Papaboys su Lunedì 15 febbraio 2016
Al termine il Papa ricorda alle famiglie messicane che hanno una marcia in più: avete la Madre, dice, la Madonna di Guadalupe che ha voluto visitare queste terre:
“E questo ci dà la certezza che, attraverso la sua intercessione, questo sogno chiamato famiglia non sarà sconfitto dall’insicurezza e dalla solitudine. Lei, conclude, è sempre pronta a difendere le nostre famiglie”.
Il servizio di Adriana Masotti per la Radio Vaticana
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