E’ stato reso noto il Messaggio di Papa Francesco per la 54.ma Giornata mondiale di Preghiera per le vocazioni, che ricorrerà il 7 maggio prossimo. Nel documento il Santo Padre si sofferma sugli aspetti che caratterizzano la chiamata del Signore.
Che cosa caratterizza la vocazione cristiana? Papa Francesco chiarisce questo punto già all’inizio del documento. E’ l’invito a “uscire da sé stessi” per mettersi in ascolto, guidati dallo Spirito Santo, della voce del Signore, vivendo l’esperienza della comunità ecclesiale, come luogo privilegiato in cui la chiamata di Dio nasce, si alimenta e si esprime. Chi si è lasciato attrarre dalla voce di Dio e si è messo alla sequela di Gesù – scrive il Pontefice – scopre ben presto, dentro di sé, l’insopprimibile desiderio di portare la Buona Notizia ai fratelli, attraverso l’evangelizzazione e il servizio nella carità. In pratica è l’atteggiamento dell’essere e sentirsi missionari, di chi è amato da Dio e non può trattenere questa esperienza solo per sé. “La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli – scrive ancora riprendendo l’Esortazione Apostolica ‘Evangelii Gaudium’ – è una gioia missionaria”. E’ proprio la relazione col Signore – continua – che implica l’essere mandati nel mondo come profeti della sua parola e testimoni del suo amore. Ed è Dio che ci aiuta a fronteggiare, in questo cammino, fragilità, senso di inadeguatezza, pessimismo, per riaffermare che, in virtù del Battesimo, ogni cristiano è colui che porta Cristo ai fratelli. E ciò – sottolinea il Papa – vale in modo particolare per coloro che sono chiamati a una vita di speciale consacrazione e anche per i sacerdoti, che generosamente, con fiducia e serenità, hanno risposto: “Eccomi, Signore, manda me!”.
Prendendo spunto da tre passi evangelici, Francesco spiega cosa vuol dire essere discepolo missionario. Per prima cosa, come Cristo, essere unti dallo Spirito e andare verso i fratelli ad annunciare la Parola, diventando per essi uno strumento di salvezza. Poi, sentire la presenza viva di Gesù, che continua a camminarci al fianco come ai discepoli di Emmaus, che condivide l’impegno della missione, rendendo più lievi i momenti di scoramento. Infine – ricorda Francesco – guardare con fiducia al Signore, che supera le nostre aspettative e ci sorprende con la sua generosità, facendo germogliare i frutti del nostro lavoro oltre i calcoli dell’efficienza umana. Non deve poi mancare la preghiera, assidua, contemplativa, l’ascolto della Parola di Dio e la cura della relazione personale con il Signore nell’adorazione eucaristica.
Il Papa incoraggia ad essere amici intimi del Signore e implora dall’alto nuove vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Il Popolo di Dio ha bisogno di essere guidato da pastori che spendono la loro vita a servizio del Vangelo, innamorati del Vangelo, segno vivo dell’amore misericordioso di Dio. Infine, nel messaggio, il riferimento del Pontefice ai giovani: “Dinanzi alla diffusa sensazione di una fede stanca, i nostri giovani hanno il desiderio di scoprire il fascino sempre attuale della figura di Gesù, di lasciarsi interrogare e provocare dalle sue parole e dai suoi gesti e di sognare una vita pienamente umana, lieta di spendersi nell’amore.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va/Giancarlo La Vella)
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