Guai quando la Chiesa annuncia se stessa: la Chiesa è chiamata ad annunciare Cristo alle genti! ‘Giovanni predica che il regno dei cieli è vicino’: bisogna prepararsi, convertirsi, comportarsi con giustizia’, Lui sa che il Messia, il consacrato del Signore è ormai vicino, ed il segno per riconoscerlo sarà che su di Lui si poserà lo Spirito Santo e porterà il vero Battesimo, quello nello Spirito Santo.
Il momento arriva – ha detto Papa Francesco, e descrive il momento ai fedeli presenti – : Gesù si presenta per il Battesimo: è il suo primo atto pubblico, la prima cosa che fa, a 30 anni.
Va a farsi battezzare da Giovanni; su Gesù scende lo Spirito Santo e la voce del Padre lo proclama Figlio prediletto: è il segno che Giovanni aspettava: sono le parole pronunciate questa domenica in piazza San Pietro da Papa Francesco prima della recita della preghiera mariana dell’Angelus, tratte dal Vangelo della domenica.Questa scena è decisiva, non è un aneddoto, è un fatto storico decisivo ha detto il Papa; decisiva per la nostra fede e per la missione della Chiesa. La Chiesa è chiamata a fare questo: indicare Gesù alla gente.
Le parole del Papa prima della recita dell’Angelus
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Ed ecco il momento arriva: Gesù si presenta sulla riva del fiume, in mezzo alla gente, ai peccatori – come tutti noi –. E’ il suo primo atto pubblico, la prima cosa che fa quando lascia la casa di Nazaret, a trent’anni: scende in Giudea, va al Giordano e si fa battezzare da Giovanni. Sappiamo che cosa succede – lo abbiamo celebrato domenica scorsa –: su Gesù scende lo Spirito Santo in forma come di colomba e la voce del Padre lo proclama Figlio prediletto (cfr Mt 3,16-17). E’ il segno che Giovanni aspettava. E’ Lui! Gesù è il Messia. Giovanni è sconcertato, perché si è manifestato in un modo impensabile: in mezzo ai peccatori, battezzato come loro, anzi, per loro. Ma lo Spirito illumina Giovanni e gli fa capire che così si compie la giustizia di Dio, si compie il suo disegno di salvezza: Gesù è il Messia, il Re d’Israele, ma non con la potenza di questo mondo, bensì come Agnello di Dio, che prende su di sé e toglie il peccato del mondo.
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I saluti del Pontefice dopo la preghiera dell’Angelus
oggi si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, dedicata al tema “Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce”. Questi nostri piccoli fratelli, specialmente se non accompagnati, sono esposti a tanti pericoli. E sono tanti! È necessario adottare ogni possibile misura per garantire ai minori migranti la protezione e la difesa, come anche la loro integrazione.
Ringrazio l’Ufficio Migrantes della Diocesi di Roma e quanti lavorano con i migranti per accoglierli e accompagnarli nelle loro difficoltà, e incoraggio a proseguire in questa opera, ricordando l’esempio di santa Francesca Saverio Cabrini, patrona dei migranti, di cui quest’anno ricorre il centenario della morte. Questa Suora coraggiosa dedicò la sua vita a portare l’amore di Cristo a quanti erano lontani dalla patria e dalla famiglia. La sua testimonianza ci aiuti a prenderci cura del fratello forestiero, nel quale è presente Gesù, spesso sofferente, rifiutato e umiliato. Quanto volte nella Bibbia il Signore ci invita ad accoglieri migranti e forestieri, ricordandoci che anche tutti noi siamo foretieri.
Saluto con affetto tutti voi, cari fedeli provenienti da diverse parrocchie d’Italia e di altri Paesi, come pure le associazioni e i vari gruppi. In particolare, gli studenti dell’Istituto Meléndez Valdés de Villafranca de los Barros, Spagna.
A tutti auguro una buona domenica e buon pranzo. E non dimenticatevi di pregare per me. Arrivederci!
+++ Il video servizio a cura del Centro Televisivo Vaticano +++
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A cura di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys