Al termine dell’udienza generale il Papa ha ricordato che domenica prossima, 20 novembre, si celebrerà la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Queste le sue parole:
“Faccio appello alla coscienza di tutti, istituzioni e famiglie, affinché i bambini siano sempre protetti e il loro benessere venga tutelato, perché non cadano mai in forme di schiavitù, reclutamento in gruppi armati e maltrattamenti. Auspico che la Comunità internazionale possa vigilare sulla loro vita, garantendo ad ogni bambino e bambina il diritto alla scuola e all’educazione, perché la loro crescita sia serena e guardino con fiducia al futuro”.
Rapporto Unicef 2016
Secondo il Rapporto Unicef 2016 sulla situazione dell’infanzia nel mondo, negli ultimi anni sono stati fatti importanti progressi nel salvare le vite dei bambini, riportandoli a scuola e aiutando le persone ad uscire dalla povertà. Il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni, dal 1990 a oggi, è più che dimezzato e in paesi come Etiopia, Liberia, Malawi e Niger il tasso è sceso di oltre due terzi.
Globalmente, il numero di decessi annui fra i bambini sotto i 5 anni per polmonite, diarrea, malaria, sepsi, pertosse, tetano, meningite, morbillo e AIDS è diminuito da 5,4 milioni nel 2000 a 2,5 milioni nel 2015. I programmi di vaccinazione hanno ridotto di quasi l’80% i decessi per morbillo tra il 2000 e il 2014, salvando così circa 1,7 milioni di vite. E sempre rispetto al 1990, anche la mortalità materna è calata drasticamente (- 43%). In 129 Stati è stata raggiunta la pari opportunità nella scuola primaria e, globalmente, il numero delle persone che vivono in povertà estrema si è ridotto quasi della metà.
Tuttavia, se la comunità internazionale non si concentrerà sulla drammatica situazione dei bambini più svantaggiati, entro il 2030 (data conclusiva degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) 69 milioni di bambini sotto i 5 anni moriranno per cause prevalentemente prevenibili, 167 milioni di bambini vivranno in povertà, 750 milioni di donne si saranno sposate da bambine e oltre 60 milioni di bambini in età da scuola primaria saranno esclusi dalla scuola.
Le situazioni più tragiche si trovano nell’Africa Subsahariana. Inoltre, le emergenze umanitarie e le crisi perduranti in 35 Stati hanno costretto almeno 75 milioni di bambini tra i 3 e i 18 anni di età a interrompere il ciclo dell’istruzione. 17 milioni di loro sono rifugiati, sfollati o appartenenti a categorie a rischio.
In particolare, nei paesi in guerra, conflitto, le bambine soffrono una probabilità 2,5 volte superiore di dover abbandonare la scuola rispetto alle coetanee che vivono in ambienti pacifici. Nel 2014 in Nigeria, il gruppo armato Boko Haram ha rapito centinaia di donne e ragazze. Tra il 2012 e il 2014, il gruppo ha ucciso 314 bambini nelle scuole della Nigeria nord-orientale. Dall’inizio della rivolta alla fine del 2015, più di 600 insegnanti hanno perso la vita e più di 1.200 scuole sono state danneggiate o distrutte. Docenti e alunni sono stati rapiti, feriti o uccisi anche nello Yemen, in Siria e in molti altri paesi. Solo nel 2014, sono avvenuti 163 attacchi contro scuole in Afghanistan, 9 contro le istituti nella Repubblica Centrafricana e 67 contro le scuole in Iraq.
Secondo Anthony Lake, direttore dell’Unicef, “oggi siamo di fronte a un bivio: o investiamo per questi bambini adesso, oppure contribuiremo a rendere il nostro mondo ancora più diseguale e diviso”.
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++ IL VIDEO dell’appello di Papa Francesco. A cura del CENTRO TELEVISIVO VATICANO ++
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Fonte: Radio Vaticana
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