E’ partendo dai due Sinodi sulla famiglia, quello straordinario, nell’ottobre scorso, e quello ordinario, il prossimo ottobre, che il Papa articola il suo Messaggio fondato sulla famiglia “primo luogo dove impariamo a comunicare” spiega Francesco, sin dal grembo materno “prima ‘scuola’ di comunicazione fatta di ascolto e contatto corporeo”.
La famiglia scuola di perdono
L’incontro mamma-bambino è “la nostra prima esperienza di comunicazione” che accomuna tutti. E’ in famiglia che si impara a parlare, ad usare le parole, ed è in famiglia che si trasmette la preghiera, “dimensione religiosa della comunicazione”. In famiglia, scrive il Papa, si capisce “che cosa è veramente la comunicazione come scoperta e costruzione di prossimità”. E’ la famiglia, inoltre, che “diventa una scuola di perdono”, perché è laddove volendosi bene che si sperimentano limiti “propri e altrui”. “Non esiste la famiglia perfetta, dice il Papa, ma non bisogna avere paura dell’imperfezione, della fragilità, nemmeno dei conflitti; bisogna imparare ad affrontarli in maniera costruttiva”.
Messaggio per le famiglie disabili
Anche il perdono “è una dinamica di comunicazione”, attraverso la quale il bambino che impara “ad ascoltare gli altri, a parlare in modo rispettoso, esprimendo il proprio punto di vista senza negare quello altrui, sarà nella società un costruttore di dialogo e di riconciliazione”. Francesco richiama l’esperienza delle famiglie con figli disabili, il deficit può indurre a chiudersi, ma con l’amore della famiglia, così come degli amici, può diventare “stimolo ad aprirsi, a condividere, a comunicare in modo inclusivo; e può aiutare la scuola, la parrocchia, le associazioni a diventare più accoglienti verso tutti, a non escludere nessuno”.
La famiglia è la prima scuola di comunicazione come benedizione
Anche in un mondo dove le chiacchiere e le maldicenze inquinano, “la famiglia può essere una scuola di comunicazione come benedizione”. Anche quando possono prevalere odio e violenza, quando “le famiglie sono separate tra loro da muri” anche dettati da pregiudizio e risentimento, è allora che benedire, visitare e accogliere diventano il modo per “testimoniare che il bene è sempre possibile, per educare i figli alla fratellanza”.
I media devono sempre rendere possibile l’incontro
Francesco si sofferma sui mezzi di comunicazione per eccellenza, i media oggi “ormai irrinunciabili” che possono ostacolare la comunicazione, in famiglia e tra famiglie, se significano “sottrarsi all’ascolto, isolarsi dalla compresenza fisica” ma possono anche favorirla se “aiutano a raccontare e condividere, a restare in contatto con i lontani, a ringraziare e chiedere perdono, a rendere sempre di nuovo possibile l’incontro”. E’ così che si potrà orientare il proprio rapporto con le tecnologie anziché farsi “guidare da esse”.
La famiglia non è un terreno per combattere battaglie ideologiche
I genitori sono i primi educatori, spiega il Papa, ma vanno affiancati dalla comunità cristiana perché “sappiano insegnare ai figli a vivere nell’ambiente comunicativo secondo i criteri della dignità della persona umana e del bene comune”. Ed ecco che si arriva alle sfide di oggi: “reimparare a raccontare, non semplicemente produrre e consumare informazione”, che spesso semplifica, contrappone le differenze e le visioni diverse, anche schierandosi, “anziché favorire uno sguardo d’insieme”. La famiglia, è la conclusione, “non è un oggetto sul quale si comunicano delle opinioni o un terreno sul quale combattere battaglie ideologiche, ma un ambiente in cui si impara a comunicare nella prossimità e un soggetto che comunica, una ‘comunità comunicante’”.
Famiglia: luogo dove imparare a comunicare l’amore ricevuto e donato
La famiglia “continua ad essere una grande risorsa, e non solo un problema o un’istituzione in crisi”, aldilà di come tendono a volte a presentarla i media, quasi fosse un modello “astratto da accettare o rifiutare, da difendere o attaccare, invece che una realtà concreta da vivere; o come se fosse un’ideologia di qualcuno contro qualcun altro, invece che il luogo dove tutti impariamo che cosa significa comunicare nell’amore ricevuto e donato”. La famiglia più bella “è quella che sa comunicare, partendo dalla testimonianza, la bellezza e la ricchezza del rapporto tra uomo e donna, e di quello tra genitori e figli”. “Non lottiamo per difendere il passato, è la conclusione, ma anche il richiamo del Papa, ma lavoriamo con pazienza e fiducia, in tutti gli ambienti che quotidianamente abitiamo, per costruire il futuro”.
[box]qui puoi trovare il testo integrale del Messaggio del Papa sulla famiglia per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. [/box]
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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