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Papa Francesco: La fede è concreta, è il rapporto personale con il Signore. Gesù ci invita a cambiare

La fede è concreta, non è un’etichetta, parte dal rapporto personale con il Signore. Papa Francesco lo sottolinea nel commento al Vangelo che precede l’Angelus di qusta calda domenica di Agosto in piazza San Pietro –  ribandendo ancora una volta la necessità di accettare il cambiamento, proprio come ha fatto Gesù.

Sono proprio i due aspetti del cambiamento di Gesù e della fede della donna a costituire il centro della catechesi del Papa.

Gesù, spiega Papa Francesco, stava rivolgendo la sua predicazione al popolo eletto, e solo poi lo Spirito Santo “avrebbe spinto la Chiesa ai confini del mondo”, eppure la fede della donna anticipa “l’universalità dell’opera di Dio”, e allora Gesù “di fronte alla preghiera della donna anticipa i piani”, e diventa “ancor più condiscendente e compassionevole”.

Perché, ricorda il Papa, Dio “è amore, e chi ama non resta rigido sulle proprie posizioni, ma si lascia smuovere e commuovere”, e sa cambiare i suoi programmi. È un esempio anche per i cristiani, dice il Papa.

angelus

Le parole di Papa Francesco prima dell’Angelus

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi il Vangelo narra l’incontro di Gesù con una donna cananea, al di fuori del territorio d’Israele (cfr Mt 15,21-28). Ella gli chiede di liberare sua figlia, tormentata da un demonio, ma il Signore non le presta ascolto. Lei insiste, e i discepoli gli consigliano di esaudirla perché la smetta, ma Gesù spiega che la sua missione è destinata ai figli d’Israele, e usa questa immagine: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». E la donna coraggiosa risponde: «È vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le dice: «“Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. E da quell’istante sua figlia fu guarita» (vv. 26-28).

Vediamo che Gesù cambia il suo atteggiamento, e a farlo cambiare è la forza della fede di quella donna. Soffermiamoci allora brevemente su questi due aspetti: il cambiamento di Gesù e la fede della donna.

Il cambiamento di Gesù. Egli stava rivolgendo la sua predicazione al popolo eletto; poi, lo Spirito Santo avrebbe spinto la Chiesa ai confini del mondo. Ma qui avviene, potremmo dire, un’anticipazione, per cui, nell’episodio della donna cananea, già si manifesta l’universalità dell’opera di Dio. È interessante questa disponibilità di Gesù: di fronte alla preghiera della donna “anticipa i piani”, davanti al suo caso concreto diventa ancor più condiscendente e compassionevole. Dio è così: è amore, e chi ama non resta rigido sulle proprie posizioni, ma si lascia smuovere e commuovere; sa cambiare i suoi programmi.

E noi cristiani, se vogliamo imitare Cristo, siamo invitati alla disponibilità del cambiamento. Quanto bene fa nei nostri rapporti, ma anche nella vita di fede, essere docili, prestare davvero ascolto, intenerirci in nome della compassione e del bene altrui, come Gesù con la Cananea.

Guardiamo allora alla fede della donna, che il Signore loda, dicendo che è «grande» (v. 28). Ai discepoli sembra grande solo la sua insistenza, invece Gesù vede la fede. Se ci pensiamo, quella donna straniera probabilmente conosceva poco, o per nulla, le leggi e i precetti religiosi di Israele. In che consiste allora la sua fede? Essa non è ricca di concetti, ma di fatti: la Cananea si avvicina, si prostra, insiste, intrattiene un dialogo serrato con Gesù, supera ogni ostacolo pur di parlargli.

Ecco la concretezza della fede, che non è un’etichetta religiosa, ma un rapporto personale con il Signore.

La fede della donna non è fatta di galateo teologico, ma di insistenza; non di parole, ma di preghiera. E Dio non resiste quando è pregato. Perciò ha detto: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto» (Mt 7,7).
Alla luce di tutto questo possiamo farci alcune domande. A partire dal cambiamento di Gesù: io sono capace di cambiare opinione? So essere comprensivo e compassionevole o rimango rigido sulle mie posizioni? E a partire dalla fede della donna: com’è la mia fede? Si ferma a concetti e parole, o è veramente vissuta, con la preghiera e le azioni? So dialogare con il Signore, insistere con Lui, o mi accontento di recitare qualche bella formula?

La Madonna ci renda disponibili al bene e concreti nella fede.

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