Cecilia Seppia – Città del Vaticano per Vaticannews.va
Quando la paura stringe la gola, quando si è sfiancati dalla malattia, dal dolore della perdita di una persona cara, turbati dalle tempeste della vita, quando si sperimentano la fatica e il fallimento, spesso ci si incammina per strade sbagliate, si cercano ricette futili, ci si chiude nella solitudine incapaci di affrontare quel male che sembra più grande e forte di tutto. Invece una Via c’è ed è Cristo.
Al Regina Caeli, guardando la Piazza piena di gente e gli occhi del mondo intero, Francesco fa risuonare quel “non abbiate paura” che Gesù rivolge ai discepoli poco prima di morire. Parole rassicuranti – dice il Papa – che imprimono nei loro cuori smarriti, certezza e speranza.
Egli, infatti, non li sta abbandonando, ma va a preparare un posto per loro e a guidarli verso quella meta. Il Signore oggi indica così a tutti noi il meraviglioso luogo dove andare, e, allo stesso tempo, ci dice come andarci, ci mostra la via da percorrere.
Gesù, prosegue Francesco commentanto il Vangelo odierno, va a preparare un posto “una casa”, quella del Padre, dove c’è spazio per tutti, dove tutti sono accolti, amati e consolati dal calore di un abbraccio. Egli non si è separato da noi ma ci ha aperto la strada anticipando la destinazione finale: l’incontro con Dio.
Quando sperimentiamo la fatica, lo smarrimento e persino il fallimento, ricordiamo dove è diretta la nostra vita. Non dobbiamo perdere di vista la meta, anche se oggi corriamo il rischio di scordarcelo, di dimenticare le domande finali, quelle importanti: dove andiamo? Verso dove camminiamo? Per cosa vale la pena vivere? Senza queste domande, schiacciamo la vita solo sul presente, pensiamo che dobbiamo goderla il più possibile e finiamo per vivere alla giornata, senza uno scopo, senza un traguardo. La nostra patria, invece, è nel cielo (cfr Fil 3,20), non dimentichiamo la grandezza e la bellezza della meta!
Una volta scoperta la meta è però importante capire come raggiungerla senza lasciarci disorientare o schiacciare dai tanti problemi, dai mali che ci tormentano, ed evitando di farci travolgere dal presente. Fede, amore e misericordia verso gli altri sono tutto ciò che ci occorre in questo viaggio.
Gesù stesso è la via da seguire per vivere nella verità e avere la vita in abbondanza. Lui è la via e dunque la fede in Lui non è un “pacchetto di idee” da credere, ma una strada da percorrere, un viaggio da compiere, un cammino con Lui. È seguire Gesù, perché Egli è la via che conduce alla felicità che non tramonta. È imitarlo, specialmente con gesti di vicinanza e misericordia verso gli altri. Ecco la bussola per raggiungere il Cielo: amare Gesù, la via, diventando segni del suo amore in terra.
L’invito del Papa a non perdere mai di vista la meta echeggia in tutta la Piazza colorata di bandiere e striscioni: “viviamo il presente, prendiamolo in mano ma non lasciamoci travolgere da Lui; guardiamo in alto, guardiamo al Cielo, pensiamo che siamo chiamati all’eternità, all’incontro con Dio. E dal Cielo al cuore rinnoviamo la scelta di camminare dietro Lui”.
Nei saluti finali ai ventimila fedeli presenti in Piazza San Pietro, il Pontefice rivolge l’attenzione in particolare all’associazione Meter impegnata nel combattere la piaga della pedofilia e nella tutela dei minori, saluta il suo fondatore don Fortunato Di Noto, e mentre assicura la sua vicinanza e la preghiera, dice a tutti: “non stancatevi mai di stare dalla parte di chi è vittima, lì c’è il Cristo Bambino che vi aspetta”.
Saluti e applausi anche per le 23 Guardie Svizzere pontificie che ieri hanno prestato giuramento nel Cortile di San Damaso. Il Pontefice ricorda poi la festa di domani, 8 maggio, della Madonna del Rosario con la recita a mezzogiorno della supplica alla Madonna composta dal Beato Bartolo Longo nel 1883 e invoca ancora pace per la martoriata Ucraina chiedendo ai responsabili delle Nazioni di ascoltare il grido di chi soffre. Infine si sofferma sulle beatificazioni avvenute ieri in Uruguay, del vescovo di Montevideo Jacinto Vera e in Spagna dove è stata proclamata beata Maria de la Concepción Barrecheguren y García.
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