I cristiani sono chiamati ad impegnarsi a portare la misericordia di Dio, soprattutto dove c’è sete di speranza. E’ quanto affermato da Papa Francesco nell’udienza generale giubilare in Piazza San Pietro, gremita di fedeli tra cui 25 mila donatori di sangue provenienti da tutta Italia. Il Pontefice ha sottolineato che Gesù “è il grande impegno di Dio” nei nostri confronti ed ha ribadito che la sua misericordia cambia il cuore dei peccatori
Dopo la pioggia, un bel sole primaverile e su Piazza San Pietro per qualche istante spunta anche un arcobaleno. Questa la cornice, se possibile ancor più suggestiva del solito, che ha accolto i tanti pellegrini giunti da tutto il mondo per la seconda udienza giubilare dall’inizio dell’Anno Santo.
Nostra vita sia segno concreto dell’amore di Dio
Francesco prosegue il suo cammino di catechesi sulla misericordia e si sofferma, in particolare, sull’impegno che tutti i cristiani sono chiamati ad assumere per portare a ognuno l’amore di Dio:
“E’ un impegno che siamo chiamati ad assumere per offrire a quanti incontriamo il segno concreto della vicinanza di Dio cioè la mia vita, il mio atteggiamento, il modo di andare per la vita deve essere proprio un segno concreto del fatto che Dio è vicino a noi. Piccoli gesti di amore, di tenerezza, di cura, che fanno pensare che il Signore è con noi, è vicino a noi. E così si apre la porta della misericordia”.
L’impegno più grande di Dio con noi è Gesù
“Impegnarsi, insomma – osserva Francesco – vuol dire mettere la nostra buona volontà e le nostre forze per migliorare la vita”. E annota che Dio per primo si è impegnato con noi:
“Il suo primo impegno è stato quello di creare il mondo, e nonostante i nostri attentati per rovinarlo – e ne sono tanti, eh! -, Egli si impegna a mantenerlo vivo. Ma il suo impegno più grande è stato quello di donarci Gesù. Questo è il grande impegno di Dio! Sì, Gesù è proprio l’impegno estremo che Dio ha assunto nei nostri confronti”.
L’amore di Gesù cambia il cuore dei peccatori
Quindi, ancora una volta, ribadisce che il Signore è venuto per cambiare il nostro cuore di peccatori:
“Gesù accoglieva con bontà i peccatori. Ma se noi pensiamo in modo umano, il peccatore sarebbe un nemico di Gesù, un nemico di Dio… E Lui si avvicinava a loro con bontà, li amava e cambiava loro il cuore. Tutti noi siamo peccatori: tutti! Tutti abbiamo davanti a Dio qualche colpa. Ma non avere sfiducia: Lui si avvicina proprio per darci il conforto, la misericordia, il perdono. E’ questo l’impegno di Dio e per questo ha mandato Gesù: per avvicinarsi a noi, a tutti noi! E aprire la porta del suo amore, del suo cuore, della sua misericordia. E questo è molto bello. Molto bello!”.
Portare la carezza di Dio, soprattutto a chi soffre
“A partire dall’amore misericordioso con il quale Gesù ha espresso l’impegno di Dio – prosegue – anche noi possiamo e dobbiamo corrispondere al suo amore con il nostro impegno”. E questo, è la sua esortazione, “soprattutto nelle situazioni di maggiore bisogno, dove c’è più sete di speranza”. Francesco fa così riferimento “al nostro impegno con le persone abbandonate, con quanti portano handicap molto pesanti, con i malati più gravi, con i moribondi, con quanti non sono in grado di esprimere riconoscenza”. In tutte “queste realtà – afferma – noi portiamo la misericordia di Dio attraverso un impegno di vita, che è testimonianza della nostra fede in Cristo”:
“Sempre portare quella carezza di Dio, perché così Dio ci ha accarezzato a noi, con la sua misericordia. Portarla agli altri, a quelli che hanno bisogno, a quelli che hanno una sofferenza nel cuore o sono tristi: avvicinarsi con quella carezza di Dio, che è la stessa che Lui ha avuto con noi”.
Al momento dei saluti, il Papa ha rivolto un pensiero speciale alle Federazioni dei Donatori di Sangue, dei Genitori oncoematologia pediatrica e dei motociclisti italiani come pure all’Associazione delle società di mutuo soccorso. “Il Giubileo della misericordia – ha concluso – sia per tutti un’opportunità per riscoprire l’importanza della fede e per diffondere nella quotidianità la bellezza dell’amore di Dio per ogni uomo”.
Il servizio è di Alessandro Gisotti per la Radio Vaticana
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