La preghiera cristiana non è una “passeggiata” ha affermato il Papa…
Nell’udienza generale di questa mattina, Papa Francesco, ha sottolineato che:
(di Amedeo Lomonaco) La preghiera cristiana, come tutta la vita cristiana, non è una “passeggiata”. Nessuno dei grandi oranti che incontriamo nella Bibbia e nella storia della Chiesa ha avuto una preghiera “comoda”. Sì, si può pregare come i pappagalli – bla, bla, bla, bla, bla – ma questa non è preghiera. La preghiera certamente dona una grande pace, ma attraverso un combattimento interiore, a volte duro, che può accompagnare periodi anche lunghi della vita. Pregare non è una cosa facile e per questo noi scappiamo dalla preghiera. Ogni volta che vogliamo farlo, subito ci vengono in mente tante altre attività, che in quel momento appaiono più importanti e più urgenti. Questo succede anche a me: vado a pregare un po’ … E no, devo fare questo e l’altro … Noi fuggiamo dalla preghiera, non so perché, ma è così.
“Noi – sottolinea il Papa – fuggiamo dalla preghiera: “Quasi sempre, dopo aver rimandato la preghiera, ci accorgiamo che quelle cose non erano affatto essenziali, e che magari abbiamo sprecato del tempo. Il Nemico ci inganna così”.
“In qualche momento – ricorda il Papa – è una dura lotta tenere fede ai tempi e ai modi della preghiera”. “Il silenzio, la preghiera, la concentrazione sono esercizi difficili, e qualche volta la natura umana si ribella”. “I nemici peggiori della preghiera sono dentro di noi”. Il Catechismo li chiama così: “Scoraggiamento dinanzi alle nostre aridità, tristezza di non dare tutto al Signore, poiché abbiamo ‘molti beni’, delusione per non essere esauditi secondo la nostra volontà, ferimento del nostro orgoglio che si ostina sulla nostra indegnità di peccatori, allergia alla gratuità della preghiera”.
Francesco, parlando a braccio, torna ad un episodio accaduto in Argentina. Ricorda la vicenda di una famiglia. Ad un padre viene comunicato che la figlia è gravemente malata a causa di una infezione. Per i medici non potrà superare la notte. Quell’uomo, piangendo, lascia la moglie e la figlia all’ospedale. Sale su un treno e raggiunge la Basilica di Luján dove trascorre la notte in preghiera. Arriva quando la Basilica è già chiusa e si aggrappa alle grate del cancello. Prega tutta la notte e poi la mattina presto entra in Basilica e si rivolge alla Madonna. Quella scena è indelebile: “l’ho visto io! L’ho vissuto io”, dice il Papa. Il combattimento di quel padre nella preghiera precede un sorriso: quello della moglie che gli dice, una volta tornato a casa, che la figlia inspiegabilmente è guarita. “La Madonna lo ha ascoltato”. “La preghiera – sottolinea il Papa ricordando questo episodio – fa dei miracoli”.
Cosa fare – chiede il Pontefice – nel tempo della tentazione, quando tutto sembra vacillare? Nei tempi di prova, sottolinea il Santo Padre, “è bene ricordarsi che non siamo soli, che qualcuno veglia al nostro fianco e ci protegge”. Gesù è sempre con noi.
Se in un momento di cecità non riusciamo a scorgere la sua presenza, ci riusciremo in futuro. Capiterà anche a noi di ripetere la stessa frase che disse un giorno il patriarca Giacobbe: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo» (Gen 28,16). Alla fine della nostra vita, volgendo all’indietro lo sguardo, anche noi potremo dire: “Pensavo di essere solo, ma no, non lo ero: Gesù era con me”. Tutti potremo dire questo.
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Dopo la catechesi, Papa Francesco ha salutato cordialmente i polacchi ricordando che domani ricorre la memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Fatima. “Mettiamoci con fiducia – ha detto Francesco – sotto la Sua protezione materna, specialmente quando troviamo difficoltà nella nostra vita di preghiera”.
Salutando i polacchi, il Papa ha anche ricordato che sempre domani ricorre “il 40.mo anniversario dell’attentato a San Giovanni Paolo II”. “Egli stesso – ha affermato il Pontefice – sottolineava con convinzione che doveva la vita alla Signora di Fatima”. “Questo evento ci rende consapevoli che la nostra vita e la storia del mondo sono nelle mani di Dio. Al Cuore Immacolato di Maria affidiamo la Chiesa, noi stessi e tutto il mondo. Chiediamo nella preghiera la pace, la fine della pandemia, lo spirito di penitenza e la nostra conversione”.
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