I popoli europei accolgano gli affamati, i forestieri come fossero fratelli. Papa Francesco prende spunto da un’udienza alla Fondazione Romano Guardini per levare un nuovo appello all’accoglienza dei migranti. Parlando del grande teologo tedesco, il Pontefice sottolinea dunque che nel popolo riconosciamo, come in uno specchio, le forze dell’azione divina. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Non c’è, e non ci può essere, su tutta la terra un peccato che Dio non perdoni a chi non si pente sinceramente”. Nell’udienza alla Fondazione dedicata a Romano Guardini, Francesco riprende un passo dei Fratelli Karamazov di Dostoevskij, su cui si sofferma il teologo e filosofo in un suo libro. E’ il passaggio in cui una contadina macilenta va dallo starec, un sacerdote russo per confessarsi, dopo aver ucciso il marito che la maltrattava.
Nella confessione riceviamo nuova speranza
La donna è chiusa in sé stessa, ma – annota Francesco – il sacerdote “mostra una via d’uscita”:
“Nella confessione la donna viene trasformata e riceve di nuovo speranza. Proprio le persone più semplici comprendono di che cosa si tratta qui. Vengono prese dalla grandezza che risplende nella sapienza e nella forza di amore dello starec. Comprendono che cosa significhi santità, cioè un’esistenza vissuta nella fede, capace di vedere che Dio è vicino agli uomini, tiene la loro vita tra le sue mani”.
Il popolo è compendio di ciò che è genuino nell’uomo
Francesco si è così soffermato sulla categoria di popolo così presente nel pensiero di Guardini che lo vede come uno specchio in cui riconoscere “il campo di forze dell’azione divina”:
“Guardini intende il concetto di ‘popolo’ distinguendolo nettamente da un razionalismo illuministico che considera reale soltanto ciò che può essere colto dalla ragione (cfr Il mondo religioso in Dostoevskij, p. 321) e che tende a isolare l’uomo strappandolo dalle relazioni vitali naturali. Il popolo, invece, significa «il compendio di ciò che nell’uomo è genuino, profondo, sostanziale”.
La ricca Europa accolga affamati e forestieri
Di qui, il Papa ha colto l’occasione per un nuovo vibrante appello all’Europa affinché accolga i migranti con generosità:
“Così potremmo forse riconoscere che Dio, nella Sua sapienza, ha inviato a noi, nell’Europa ricca, l’affamato perché gli diamo da mangiare, l’assetato perché gli diamo da bere, il forestiero perché lo accogliamo, e l’ignudo perché lo vestiamo. La storia poi lo dimostrerà: se siamo un popolo, certamente lo accoglieremo come un nostro fratello; se siamo solamente un gruppo di individui più o meno organizzati, saremo tentati di salvare innanzitutto la nostra pelle, ma non avremo continuità”.
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IL VIDEO SERVIZIO a cura del Centro Televisivo Vaticano
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Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)