Ricevendo i partecipanti alla Conferenza internazionale promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura sulla medicina rigenerativa, Papa Francesco ha ricordato che la Chiesa elogia ogni sforzo di ricerca volto alla cura di chi soffre ma che “non tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente accettabile”.
Prendendo spunto dagli argomenti al centro della Conferenza internazionale: “Unire per curare”, promossa in Vaticano dal Pontificio Consiglio per la Cultura insieme alla Fondazione Cura, a “Stem for Life” e alla Fondazione Vaticana Scienza e Fede, Papa Francesco indica un percorso da seguire a favore di chi soffre. Lo fa incontrando i partecipanti alla Conferenza sul tema: “Come scienza, tecnologia e medicina del 21.mo secolo impatteranno sulla cultura e la società”.
Accogliendo con favore l’impegno comune di rappresentanti di culture, società e religioni differenti dinanzi a chi soffre, Francesco nel suo discorso ricorda l’importanza di uno sforzo d’insieme per contrastare la malattia.
Mi rallegro perché la persona umana è punto d’incontro e “luogo” di unità. Infatti, di fronte al problema della sofferenza umana è necessario saper creare sinergie tra persone e istituzioni, anche superando i pregiudizi, per coltivare la sollecitudine e lo sforzo di tutti in favore della persona malata.
Il Pontefice si sofferma in particolare sulla prevenzione che “significa avere uno sguardo lungimirante verso l’essere umano e l’ambiente in cui vive”, pensare cioè ad “una cultura di equilibrio” – dieta, attività fisica, diagnostica precoce – che limiti i rischi della salute. Nel cuore del Papa ci sono in particolare i bambini e i giovani “sempre più esposti ai rischi di malattie legate ai cambiamenti radicali della civiltà moderna” come il fumo, l’alcol o le sostanze tossiche rilasciate nell’aria, nell’acqua e nel suolo. Francesco sottolinea che “un’alta percentuale dei tumori e altri problemi di salute negli adulti può essere evitata attraverso misure preventive adottate durante l’infanzia”.
Questo, però, richiede un’azione globale e costante che non può essere delegata alle istituzioni sociali e governative, ma domanda l’impegno di ciascuno. Urge, perciò, la necessità di diffondere una maggiore sensibilità tra tutti per una cultura di prevenzione come primo passo verso la tutela della salute.
Ribadendo l’importanza della ricerca scientifica per la scoperta di nuove cure, il Papa evidenzia i grandi passi avanti nell’ambito della ricerca cellulare e della medicina rigenerativa. Riparare e curare sono le due direzioni da perseguire per rispondere in modo adeguato ai bisogni delle persone malate. “La scienza – dice Francesco – è un mezzo potente per comprendere meglio sia la natura che ci circonda sia la salute umana”.
In questo contesto è fondamentale che aumenti la nostra consapevolezza della responsabilità etica nei confronti dell’umanità e dell’ambiente in cui viviamo. Mentre la Chiesa elogia ogni sforzo di ricerca e di applicazione volto alla cura delle persone sofferenti, ricorda anche che uno dei principi fondamentali è che “non tutto ciò che è tecnicamente possibile o fattibile è per ciò stesso eticamente accettabile”.
Parlando del futuro, il Papa sottolinea la necessità di “agire con una sensibilità tanto maggiore quanto più i mezzi a nostra disposizione diventano potenti”.
C’è bisogno di riflettere sulla salute umana in un contesto più ampio, considerandola non solo in rapporto alla ricerca scientifica, ma anche alla nostra capacità di preservare e tutelare l’ambiente e all’esigenza di pensare a tutti, specialmente a chi vive disagi sociali e culturali che rendono precari sia lo stato di salute sia l’accesso alle cure.
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