“E’ tanto, tanto grande il numero di donne picchiate, abusate in casa, anche dal marito. Il problema è che per me è quasi satanico, perché è approfittare della debolezza di qualcuno che non può difendersi”.
Lo ha detto papa Francesco a una donna vittima di violenza durante lo Speciale Tg5. “E’ umiliante quando un papà o una mamma dà uno schiaffo in faccia a un bambino, mai dare uno schiaffo in faccia”, ha aggiunto.
Papa Francesco incontra gli “invisibili”, li ascolta e li conforta portando loro parole di speranza e il suo sorriso. Il Santo Padre lo fa davanti alle telecamere di Speciale Tg5 per raccontare le vite e le storie di quattro persone che vivono nella disperazione e nella sofferenza, introdotte alla presenza del pontefice dal vaticanista Mediaset Fabio Marchese Ragona.
I quattro ospiti di Papa Francesco – Ci sono una mamma di quattro figli che ha un passato di violenza e di miseria; una clochard; una studentessa di 18 anni che racconta la tristezza di una generazione a cui il Covid ha tolto la spensieratezza; un ex carcerato che ha tanta voglia di ricominciare. Tutti hanno le loro domande da rivolgere a Francesco, le loro richieste, le loro paure. E per ognuno di loro il Papa trova motivi di consolazione e parole di solidarietà e di fiducia nella vita e nel futuro. Lo ringrazia, a nome di tutti, Marchese Ragona, che gli dice: “Grazie, da parte di tutti i telespettatori Mediaset per questo regalo che ci fa. Però questa volta le domande le faranno loro, sono molto emozionati e hanno storie molto difficili”.
Giovanna e la sua storia di violenza – La prima ospite di Francesco è una mamma che vive una situazione di difficoltà e si racconta così: “Sono Giovanna, sono una mamma di quattro figli, ho avuto una vita familiare difficile, fatta di violenza e di miseria e il Covid mi ha portato via la casa e il lavoro. Sono molto emozionata per poter incontrare Papa Francesco”. Ed ecco la sua domanda: “Ho quattro figli da accudire, da proteggere, da mandare avanti; abbiamo vissuto una situazione di violenza da cui siamo scappati; violenza e miseria, proprio miseria totale: mancava tutto, mancava da mangiare, da vestire. Io dovevo uscire per andare a lavorare ed ero tranquilla solamente quando i miei figli erano a scuola. Avevo perso la fede quel giorno che siamo scappati, io con i miei figli, e ho capito che non si poteva tornare indietro. Anche per questo durante il lockdown il mio pensiero è andato a tutte quelle donne che magari non ce l’hanno fatta, che sono morte per mano dei loro mariti, e le volevo chiedere come possiamo fare per ritrovare la nostra dignità”.
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