Ripartire dalla Parola di Dio “che illumina l’origine della vita e il suo destino” per affrontare la sfida epocale “che interpella l’umanesimo planetario, in riferimento ai recenti sviluppi tecnologici delle scienze della vita”.
Così Papa Francesco ai partecipanti all’Assemblea Generale dei Membri della Pontificia Accademia per la Vita ricevuti oggi in Aula del Sinodo. Tema della sessione di quest’anno: Accompagnare la vita. Nuove responsabilità nell’era tecnologica, argomento attuale e che pone sfide prima impensabili e urgenti da affrontare. Chiare a riguardo, le indicazioni di Papa Francesco per contrastare il rischio di una cultura “ossessivamente centrata sulla sovranità dell’uomo”:
“Una teologia della Creazione e della Redenzione che sappia tradursi nelle parole e nei gesti dell’amore per ogni vita e per tutta la vita, appare oggi più che mai necessaria per accompagnare il cammino della Chiesa nel mondo che ora abitiamo. L’Enciclica Laudato sì è come un manifesto di questa ripresa dello sguardo di Dio e dell’uomo sul mondo, a partire dal grande racconto di rivelazione che ci viene offerto nei primi capitoli del Libro della Genesi”.
Rilettura, dunque, che ci fa apprezzare la profondità del gesto d’amore di Dio che affida all’alleanza dell’uomo e della donna il creato e la storia. Un’alleanza “sigillata dall’unione d’amore, personale e feconda, che segna la strada della trasmissione della vita attraverso il matrimonio e la famiglia” e che “va ben oltre questo sigillo”.
“L’alleanza dell’uomo e della donna è chiamata a prendere nelle sue mani la regia dell’intera società. L’uomo e la donna non sono chiamati soltanto a parlarsi d’amore, ma a parlarsi, con amore, di ciò che devono fare perché la convivenza umana si realizzi nella luce dell’amore di Dio per ogni creatura”.
Si tratta dunque di una “rivoluzione culturale” a cui la Chiesa è chiamata a fare la propria parte, colmando e riconoscendo “onestamente i ritardi e le mancanze”. “Le forme di subordinazione”, spiega il Santo Padre, “che hanno tristemente segnato la storia delle donne vanno definitivamente abbandonate”. Scrivere dunque un nuovo inizio, significa ripartire da “una rinnovata cultura dell’identità e della differenza”:
“L’utopia del neutro rimuove ad un tempo sia la dignità umana della costituzione sessualmente differente, sia la qualità personale della trasmissione generativa della vita. La manipolazione biologica e psichica della differenza sessuale, che la tecnologia biomedica lascia intravvedere come completamente disponibile alla scelta della libertà – mentre non lo è! – rischia così di smantellare la fonte di energia che alimenta l’alleanza dell’uomo e della donna e la rende creativa e feconda”.
Il rispetto e la cura verso la vita in tutte le sue fasi, così come “la testimonianza della fede nella misericordia di Dio” sono per il Papa, l’argine “all’anestesia e all’avvilimento dell’umanesimo”. Ed è proprio in questo quadro generale che Francesco vede “collocata la missione della rinnovata Pontificia Accademia per la Vita”. Un contesto difficile ma in cui, dando spazio al dialogo aperto e fecondo è possibile raggiungere il bene comune.
Fonte it.radiovaticana.va/di Emanuela Campanile
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