La devozione a Nostra Signora di Guadalupe è alle origini del cattolicesimo latino-americano. Patrona dell’America Latina di tutto il continente americano, lo è anche delle Filippine. E a lei tanti credenti si rivolgono soprattutto nei momenti di difficoltà. Una celebrazione particolarmente colorita a San Pietro, accompagnata dai canti della “Misa Criolla” del compositore argentino Ariel Ramírez. Nella sua omelia, il papa ricorda le tante disparità di questo continente.
Per intercessione della Madre di Dio “la fede cristiana è iniziata a diventare il più ricco tesoro dell’anima dei popoli americani, la cui perla preziosa è Gesù Cristo: un patrimonio che si trasmette e si manifesta fino a oggi nel battesimo di moltitudini di persone, nella fede, speranza e carità di molti, nella preziosità della pietà popolare e anche in quell’ethos dei popoli che si mostra nella consapevolezza della dignità della persona umana, nella passione per la giustizia, nella solidarietà con i più poveri e sofferenti, nella speranza a volte contro ogni speranza”.
“Per questo, noi, oggi qui – ha aggiunto il Pontefice – possiamo continuare a lodare Dio per le meraviglie che ha operato nella vita dei popoli latinoamericani”. Nelle meraviglie che il Signore ha compiuto in Maria, “Ella riconosce lo stile e il modo di agire di suo Figlio nella storia della salvezza. Travolgendo i giudizi mondani, distruggendo gli idoli del potere, della ricchezza, del successo a tutti i costi, denunciando la autosufficienza, la superbia e i messianismi secolarizzati, che allontanano da Dio, il cantico mariano confessa che Dio si compiace di sovvertire le ideologie e le gerarchie mondane”.
“Innalza gli umili, viene in ausilio dei poveri e dei piccoli, colma di beni, benedizioni e speranze coloro che confidano nella sua misericordia di generazione in generazione, mentre rovescia dai loro troni i ricchi, i potenti e i dominatori”, ha ricordato il Papa, per il quale il “Magnificat” ci introduce nelle “beatitudini”, “sintesi primordiale del messaggio evangelico. Alla sua luce – ha spiegato Francesco -, ci sentiamo spinti a chiedere che il futuro dell’America Latina sia forgiato per i poveri e per coloro che soffrono, per gli umili, per quelli che hanno fame e sete di giustizia, per i compassionevoli, peri i puri di cuore, per coloro che lavorano per la pace, per i perseguitati a causa del nome di Cristo, ‘perché di loro sarà il Regno dei cieli’”.
E, ha aggiunto il Pontefice, “facciamo questa richiesta perché l’America Latina è il ‘continente della speranza’!, perché per essa si sperano nuovi modelli di sviluppo che coniughino tradizione cristiana e progresso civile, giustizia ed equità con la riconciliazione, sviluppo scientifico e tecnologico con saggezza umana, sofferenza feconda con gioia speranzosa. È possibile custodire questa speranza solo con grandi dosi di verità e amore, fondamenti di tutta la realtà, motori rivoluzionari di un’autentica vita nuova”.
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A cura di Redazione Papaboys fonti: Radio Vaticana e Agensir
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