“C’è una figura molto significativa – ha proseguito – che fa da cerniera tra l’Antico e il Nuovo Testamento: quella di Giovanni Battista. Per i Vangeli Sinottici egli è il «precursore», colui che prepara la venuta del Signore, predisponendo il popolo alla conversione del cuore e all’accoglienza della consolazione di Dio ormai vicina. Per il Vangelo di Giovanni è il «testimone», in quanto ci fa riconoscere in Gesù Colui che viene dall’alto, per perdonare i nostri peccati e per fare del suo popolo la sua sposa, primizia dell’umanità nuova. Come «precursore» e «testimone», Giovanni Battista ricopre un ruolo centrale all’interno di tutta la Scrittura, in quanto fa da ponte tra la promessa dell’Antico Testamento e il suo compimento, tra le profezie e la loro realizzazione in Gesù Cristo. Con la sua testimonianza Giovanni ci indica Gesù, ci invita a seguirlo, e ci dice senza mezzi termini che questo richiede umiltà, pentimento e conversione: è un invito che fa all’umiltà, al pentimento e alla conversione”.
Quindi ha proseguito: “Come Mosè aveva stipulato l’alleanza con Dio in forza della legge ricevuta sul Sinai, così Gesù, da una collina in riva al lago di Galilea, consegna ai suoi discepoli e alla folla un insegnamento nuovo che comincia con le Beatitudini. Mosè dà la Legge nel Sinai e Gesù, il nuovo Mosè, dà la Legge su quel monte, sulla riva del Lago di Galilea. Le Beatitudini sono la strada che Dio indica come risposta al desiderio di felicità insito nell’uomo, e perfezionano i comandamenti dell’Antica Alleanza. Noi siamo abituati a imparare i dieci comandamenti,; sicuro … Tutti voi lo sapete. Lo avete imparato nella Catechesi, ma non siamo abituati a ripetere le Beatitudini. Proviamo invece a ricordarle e a imprimerle nel nostro cuore”:
Facciamo una cosa: io dirò una dopo l’altra; io dico una e voi farete la ripetizione…:
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli (i fedeli ripetono)
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati (i fedeli ripetono)
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra (i fedeli ripetono)
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati (i fedeli ripetono)
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia (i fedeli ripetono)
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio (i fedeli ripetono)
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio (i fedeli ripetono)
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli (i fedeli ripetono)
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Vi aiuto: Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli (i fedeli ripetono)”.
Quindi il Papa ha dato un compito a casa: “Prendete il Vangelo, quello che portate con voi … ricordate che dovete sempre portare un piccolo Vangelo con voi, nelle tasche, nella borsa, sempre! Quello che avete a casa … e nei primi capitoli di Matteo … ci sono le Beatitudini. E oggi, domani a casa leggeteli. Lo farete? (Fedeli: Sì!) Per non dimenticarle, perché è la Legge che ci dà Gesù! Lo farete? Grazie. In queste parole c’è tutta la novità portata da Cristo, e tutta la novità di Cristo è in queste parole. In effetti, le Beatitudini sono il ritratto di Gesù, la sua forma di vita; e sono la via della vera felicità, che anche noi possiamo percorrere con la grazia che Gesù ci dona”.
“Oltre alla nuova legge – ha detto ancora il Papa – Gesù ci consegna anche il ‘protocollo’ sul quale saremo giudicati: alla fine del mondo noi saremo giudicati. E quali saranno le domande che ci faranno là? Quali saranno queste domande? Qual è il protocollo sul quale il giudice ci giudicherà? É quello che troviamo nel venticinquesimo capitolo del Vangelo di Matteo … Oggi il compito è leggere il quinto capitolo del Vangelo di Matteo dove ci sono le Beatitudini e leggere il 25.mo, dove c’è il protocollo, le domande che ci faranno il giorno del giudizio. Non avremo titoli, crediti o privilegi da accampare. Il Signore ci riconoscerà se a nostra volta lo avremo riconosciuto nel povero, nell’affamato, in chi è indigente ed emarginato, in chi è sofferente e solo… È questo uno dei criteri fondamentali di verifica della nostra vita cristiana, sul quale Gesù ci invita a misurarci ogni giorno. Io leggo le Beatitudini e penso come deve essere la mia vita cristiana e poi faccio l’esame di coscienza con questo capitolo 25 di Matteo … ogni giorno: ho fatto questo, ho fatto questo, ho fatto questo … Ma ci farà bene! Sono cose semplici ma concrete”.
Papa Francesco ha così concluso la sua catechesi in italiano: “Cari amici, la nuova alleanza consiste proprio in questo: nel riconoscersi, in Cristo, avvolti dalla misericordia e dalla compassione di Dio. È questo che riempie il nostro cuore di gioia, ed è questo che fa della nostra vita una testimonianza bella e credibile dell’amore di Dio per tutti i fratelli che incontriamo ogni giorno. Ricordatevi i compiti! Capitolo quinto di Matteo e capitolo 25 di Matteo. Grazie”.
A cura di Redazione Papaboys
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