Attuare l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile affinché non resti un insieme di regole. E’ uno dei passaggi del messaggio di Papa Francesco indirizzato al direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, in occasione dell’odierna Giornata Mondiale dell’Alimentazione sul tema “Protezione sociale e agricoltura per spezzare il ciclo della povertà rurale”.
“E’ ancora possibile concepire una società in cui le risorse sono nelle mani di pochi e i meno privilegiati sono costretti a raccogliere solo le briciole?”. Papa Francesco pone un interrogativo alle coscienze di tutti e soprattutto dei leader delle nazioni. L’occasione è la Giornata Mondiale dell’Alimentazione e il messaggio che il Pontefice invia alla Fao. Ancora una volta, il Papa critica l’attuale sistema economico che favorisce “l’iniqua distribuzione dei frutti della terra”. E avverte che “viviamo un’epoca in cui l’affannosa ricerca del profitto, la concentrazione su interessi particolari e gli effetti di politiche ingiuste rallentano le azioni all’interno dei Paesi o impediscono una cooperazione efficace in seno alla comunità internazionale”. Un problema, rammenta drammaticamente, che riguarda due terzi della popolazione mondiale “a cui manca una protezione sociale anche minima”.
L’Agenda Onu per lo Sviluppo non resti insieme di regole
Per questo, esorta il Papa, è necessario attuare l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, recentemente approvata dalle Nazioni Unite. “Auspico – scrive Francesco – che non resti solo un insieme di regole e di possibili accordi”. E confida che tale documento “ispiri un modello diverso di protezione sociale, a livello sia internazionale sia nazionale”. Si eviterà così, è la speranza del Papa, “di utilizzarla a vantaggio di interessi contrari alla dignità umana, o che non rispettano pienamente la vita, o per giustificare atteggiamenti omissivi che lasciano i problemi irrisolti, aggravando in tal modo le situazioni di disuguaglianza”.
Liberare l’umanità dalla fame, non bastano i buoni propositi
Di fronte a questo “doloroso scenario”, Francesco chiede dunque di “trovare i mezzi necessari per liberare l’umanità dalla fame e promuovere un’attività agricola capace di soddisfare le effettive necessità delle diverse aree del pianeta”. E’ un obiettivo “ambizioso”, riconosce il Papa, ma al tempo stesso “improrogabile” per non rimanere “muti e paralizzati” dinnanzi a quella “cultura che scarta ed esclude tanti nostri fratelli e sorelle dalla vita sociale”. La risposta a tutto questo, si legge nel messaggio, “non può limitarsi a buoni propositi, né a un “generico appello alla cooperazione”, ma consiste piuttosto nella pace sociale”. Il messaggio ricorda che gli affamati “sono persone, non numeri” e ribadisce che accoglierne le aspirazioni “significa anzitutto una solidarietà che si traduce in gesti concreti, che richiede condivisione e non solo una migliore gestione dei rischi sociali ed economici”. Il Papa mette l’accento sul ruolo della famiglia nella protezione sociale dei più svantaggiati e chiede il concretizzarsi di “quell’amore sociale che è la chiave di un autentico sviluppo”.
I cristiani chiamati ad impegnarsi contro le ingiustizie
“La Chiesa – ribadisce – non ha la missione di trattare direttamente tali problemi dal punto di vista tecnico”. Tuttavia, aggiunge, “gli aspetti umani di queste situazioni non la lasciano indifferente”. Ciò, prosegue, esige “una ferma volontà per affrontare le ingiustizie che riscontriamo ogni giorno”, specie quelle che “offendono la dignità umana”. Sono fatti, avverte Francesco, “che non consentono ai cristiani di astenersi dal fornire il loro attivo contributo e la loro professionalità, soprattutto mediante diverse forme di organizzazione che tanto bene fanno nelle aree rurali”.
Fonte: Radio Vaticana
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