Antonella Palermo – Città del Vaticano per Vaticannews.va
Il rosso liturgico della Solennità di Pentecoste rifulge nella Basilica vaticana, gremita di cinquemila fedeli, dove Papa Francesco presiede la Santa Messa. Un rosso che riporta, inesorabilmente, anche al sangue dei tanti conflitti che lacerano il mondo e a cui il Pontefice, nella sua omelia, non trascura di rivolgere un pensiero dolente. Lo farà anche nelle parole pronunciate dopo il Regina Caeli in cui, tra l’altro, invita ad affidare alla Vergine Maria “il desiderio di pace di tante popolazioni in tutto il mondo, specialmente della martoriata Ucraina”.
Tanti conflitti oggi nel mondo
Attinge a Sant’Agostino e a San Basilio, Papa Francesco, per spiegare la potenza dei doni dello Spirito Santo. “Armonia” è il frutto che riassume la sua azione, contro ogni forma di confusione, dispersione, disordine. “Questo modo d’agire lo vedremo sempre, nella vita della Chiesa”, aggiunge il Papa a braccio.
Oggi nel mondo c’è tanta discordia, tanta divisione. Siamo tutti collegati eppure ci troviamo scollegati tra di noi, anestetizzati dall’indifferenza e oppressi dalla solitudine. Tante guerre – pensiamo alle guerre! -, tanti conflitti: sembra incredibile il male che l’uomo può compiere!
La seduzione del maligno
Nell’opera creatrice di Dio lo Spirito agisce per l’unità, mentre il maligno prova “gioia” degli antagonismi.
Sì, a precedere ed eccedere il nostro male, la nostra disgregazione, c’è lo spirito maligno che «seduce tutta la terra» (Ap 12,9). Egli gode degli antagonismi, delle ingiustizie, delle calunnie. E, di fronte al male della discordia, i nostri sforzi per costruire l’armonia non bastano. Ecco allora che il Signore, al culmine della sua Pasqua, al culmine della salvezza, riversa sul mondo creato il suo Spirito buono, lo Spirito Santo, che si oppone allo spirito divisore perché è armonia, Spirito di unità che porta la pace. Invochiamolo ogni giorno sul nostro mondo!
Agire attraverso lo stupore
Francesco torna sulla specificità dell’armonia, che non è omologazione o uniformità. Rispetta e valorizza i carismi di ciascuno. “E questo ci deve far pensare in questo momento dove la tentazione dell’indietrismo cerca di omologare tutto in discipline soltanto di apparenza, senza sostanza”, osserva ancora il Pontefice a braccio.
Spirito che non comincia da un progetto strutturato, come faremmo noi, che spesso poi ci disperdiamo nei nostri programmi; no, Lui inizia elargendo doni gratuiti e sovrabbondanti. Infatti a Pentecoste, sottolinea il testo, «tutti furono colmati di Spirito Santo» (At 2,4). Tutti colmati, così comincia la vita della Chiesa: non da un piano preciso e articolato, ma dallo sperimentare il medesimo amore di Dio. Lo Spirito crea armonia così, ci invita a provare stupore per il suo amore e per i suoi doni presenti negli altri.