Presenti ben 7 mila fedeli questa mattina all’Aula Paolo VI per l’udienza con Papa Francesco
Il discorso di Papa Francesco, all’udienza generale, è incentrato sull’annuncio dell’amore di Dio e sul viaggio conclusivo di San Paolo a Roma.
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Nel brano degli Atti al centro dell’odierna riflessione, San Paolo arriva a Roma, nel cuore dell’Impero, e gli viene concesso di abitare per conto proprio, in una casa, con un soldato che gli faceva da guardia: “era ai domiciliari”, sintetizza il Papa. Quindi, malgrado prigioniero, accoglie quelli che venivano da lui e volevano conoscere Cristo. “Paolo non ha la libertà di muoversi ma è libero di parlare perché la Parola non è incatenata”, evidenzia Francesco: è “una Parola pronta a lasciarsi seminare a piene mani dall’Apostolo” :
Questa casa aperta a tutti i cuori in ricerca è immagine della Chiesa che, pur se perseguitata, fraintesa e incatenata, mai si stanca di accogliere con cuore materno ogni uomo e ogni donna per annunciare loro l’amore del Padre che si è reso visibile in Gesù.
Con il suo arrivo a Roma, termina dunque il racconto degli Atti degli Apostoli che non si chiude con il martirio dell’Apostolo ma con la semina della Parola di Dio e così “la fine del racconto di Luca, imperniato sul viaggio del Vangelo nel mondo”, ricapitola “il dinamismo della Parola di Dio”, ribadisce il Papa in questa catechesi che chiude il ciclo di riflessioni sugli Atti. Paolo può quindi incontrare i notabili giudei e cerca di convincerli riguardo a Gesù, vedendo nel Vangelo “il compimento delle promesse fatte al popolo eletto”. Poi, dopo questo incontro informale, ne segue uno più ufficiale durante il quale annuncia il Regno di Dio ma “poiché non tutti sono convinti, egli denuncia l’indurimento del cuore del popolo di Dio” e celebra la salvezza delle nazioni sensibili a Dio e capaci di ascoltare la parola del Vangelo.
Cari fratelli e sorelle, al termine di questo itinerario, vissuto insieme seguendo la corsa del Vangelo nel mondo, lo Spirito ravvivi in ciascuno di noi la chiamata ad essere evangelizzatori coraggiosi e gioiosi. Renda capaci anche noi, come Paolo, di impregnare le nostre case di Vangelo e di renderle cenacoli di fraternità, dove accogliere il Cristo vivo, che «viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo».
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