Il Papa incentra l’omelia su tre verbi importanti: benedire, nascere e trovare
(Fonte Vatican News) Papa Francesco, nella prima omelia dell’anno, per la festa della Madre di Dio e in occasione della 54/a Giornata mondiale della Pace, spiega l’importanza di tre verbi: benedire, nascere e trovare.
Benedire, spiega il Pontefice, non vuole essere una pia esortazione, ma una precisa richiesta:
Ed è importante che anche oggi i sacerdoti benedicano il Popolo di Dio, senza stancarsi; e che pure tutti i fedeli siano portatori di benedizione, benedicano. Il Signore sa che abbiamo bisogno di essere benedetti: la prima cosa che ha fatto dopo la creazione è stata dire bene di ogni cosa e dire molto bene di noi.
La benedizione di Dio entra nella vita di ciascuno ogni volta che si apre il cuore a Gesù, l’invito è ad accogliere Maria, poiché è lei che “ci porta la benedizione di Dio”, attraverso di lei si viene benedetti, ma si impara anche a benedire, perché è la Madonna che insegna “che la benedizione si riceve per donarla”:
Anche noi siamo chiamati a benedire, a dire bene in nome di Dio. Il mondo è gravemente inquinato dal dire male e dal pensare male degli altri, della società, di sé stessi. Ma la maldicenza corrompe, fa degenerare tutto, mentre la benedizione rigenera, dà forza per ricominciare.
Nascere, è il secondo verbo. Ciò che la Bibbia ci dice è che il Figlio di Dio “è nato da donna” come gli uomini, “dopo nove mesi nel grembo della Madre, dalla quale si è lasciato tessere l’umanità”. E’ da quel momento che “Maria ci unisce a Dio, perché in lei Dio si è legato alla nostra carne e non l’ha lasciata più”, è lei che è “ponte tra noi e Dio”:
Attraverso Maria incontriamo Dio come Lui vuole: nella tenerezza, nell’intimità, nella carne. Sì, perché Gesù non è un’idea astratta, è concreto, incarnato, è nato da donna ed è cresciuto pazientemente. Le donne conoscono questa concretezza paziente: noi uomini siamo spesso astratti e vogliamo qualcosa subito; le donne sono concrete e sanno tessere con pazienza i fili della vita. Quante donne, quante madri in questo modo fanno nascere e rinascere la vita, dando futuro al mondo!
L’insegnamento di Maria è che si è al mondo per generare la vita e non per morire e che “il primo passo per dare vita a quanto ci circonda è amarlo dentro di noi”. Il bene nasce da un cuore che si deve tenere pulito, si deve “custodire la vita interiore, la preghiera”. Il cuore va educato “alla cura, ad avere care le persone e le cose”, bisogna prendersi “cura degli altri, del mondo, del creato”, poiché non è importante, spiega Francesco, conoscere persone e cose “se non ce ne prendiamo cura”:
Quest’anno, mentre speriamo in una rinascita e in nuove cure, non tralasciamo la cura. Perché, oltre al vaccino per il corpo, serve il vaccino per il cuore: è la cura. Sarà un buon anno se ci prenderemo cura degli altri, come fa la Madonna con noi.
Trovare, è il terzo e ultimo verbo. I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, una “semplice famiglia”, nella quale però trovarono “Dio che è grandezza nella piccolezza, fortezza nella tenerezza”. A chiamare i pastori fu un angelo, mentre è la “grazia” a chiamare gli uomini a trovare un Dio “che nasce da donna e rivoluziona la storia con la tenerezza”, che con il suo perdono “fa rinascere”, la cui consolazione “accende la speranza” e la cui presenza “dona una gioia insopprimibile”. Questo Dio non va mai perso di vista, perché “non si trova una volta per tutte: va trovato ogni giorno”. Non si può quindi restare passivi, “per accogliere la grazia bisogna restare attivi”. Questo inizio d’anno, grazie all’insegnamento della Madonna, ci chiama quindi “a trovare tempo per qualcuno”:
Il tempo è la ricchezza che tutti abbiamo, ma di cui siamo gelosi, perché vogliamo usarla solo per noi. Va chiesta la grazia di trovare tempo per Dio e per il prossimo: per chi è solo, per chi soffre, per chi ha bisogno di ascolto e cura. Se troveremo tempo da regalare, saremo stupiti e felici, come i pastori. La Madonna, che ha portato Dio nel tempo, ci aiuti a donare il nostro tempo.
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