L’uomo può fare “autogol” quando negozia la dignità, quando nel suo cuore le ricchezze prendono il posto di Dio. Così, in sintesi, Papa Francesco nel discorso che ha rivolto ai circa 150 partecipanti alla Settimana Biblica Nazionale, organizzata dall’Associazione Biblica italiana. Francesco li ha ricevuti in udienza in Sala Clementina, in Vaticano.
Al centro di questa 44.ma Settimana, in corso dal 12 settembre e che si conclude domani, il tema: “Facciamo l’essere umano maschio e femmina: declinazioni della polarità uomo-donna nelle Scritture”.
E’ essenziale riflettere su come siamo stati creati a immagine di Dio, sulla “differenza con le altre creature e con tutto il creato”. Un tema importante per Francesco che concentra il suo discorso sulla dignità dell’essere umano. In una catechesi dello scorso anno, il Papa sottolineò, infatti, che Dio creò “il suo capolavoro” , l’essere umano, “maschio e femmina”, a sua immagine. Un tema caro anche a San Giovanni Paolo II, che gli dedicò un ciclo di catechesi, quello scelto per la 44.ma Settimana Biblica, con gli interventi di importanti studiosi, italiani e non:
La dignità umana si degrada quando le ricchezze prendono il posto di Dio
Dio ci guida, infatti, come un Padre fa con un figlio.Ci sono però dei rischi. La dignità conferitaci da Dio può, infatti, degradarsi:
“Per dirla in termini calcistici, l’uomo ha la capacità di fare ‘autogol’. Ciò avviene quando negoziamo la dignità, quando abbracciamo l’idolatria, quando facciamo posto nel nostro cuore all’esperienza degli idoli. Durante l’esodo dall’Egitto, quando il popolo era stanco perché Mosè tardava a scendere dal monte, fu tentato dal demonio e si costruì un idolo. E l’idolo era d’oro. Tutti gli idoli hanno qualcosa d’oro, eh? Questo fa pensare alla forza attrattiva delle ricchezze, al fatto che l’uomo perde la propria dignità quando nel suo cuore le ricchezze prendono il posto di Dio”.
Bisogna chiedersi come condividere la dignità
Dio, invece, ci ha dato la dignità di essere suoi figli. Da qui sgorgano alcune domande su come si possa condividere questa dignità in modo da sviluppare “una reciprocità positiva”, come si possa fare in modo che l’altro si senta degno:
“Quando qualcuno disprezza, segrega, discrimina, non contagia dignità, ma il contrario. Ci farà bene domandarci spesso: come assumo la mia dignità? Come la faccio crescere? E ci farà bene anche esaminarci per scoprire se e quando non contagiamo dignità nel nostro prossimo”.
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Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va/Debora Donnini)
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