Celebrando la Messa in occasione delle Dedicazione della Basilica Lateranense, Papa Francesco ha esortato la sua diocesi a vivere una nuova stagione di evangelizzazione con leggerezza spirituale, cogliendo la presenza di Dio in ogni angolo della città di Roma. Nel corso della celebrazione, il Pontefice ha consegnato il mandato alle équipe pastorali
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
E’ festa nella casa del vescovo di Roma, abbellita da oggi di un nuovo ambone composto da una lastra di marmo dell’antica basilica costantiniana, e da una nuova croce pensile posta sopra l’altare. E’ festa perché il 9 novembre di ogni anno si ricorda la Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano; è festa perché il Papa consegna alla sua diocesi parole ricche di significato, tracciando vie nuove per evangelizzare, esortando ad ancorare il cuore nel Vangelo, facendolo con sano realismo ma sognando in grande, secondo i desideri del Signore.
Fecondare i deserti dei cuori
Francesco, nell’omelia della Messa, richiama il versetto del Salmo responsoriale – “Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio” – per ricordare che i cristiani di Roma “sono come il fiume che scaturisce dal tempio: portano una Parola di vita e di speranza capace di fecondare i deserti dei cuori”. Impetuosi come un torrente, trasformano il terreno arido in “un giardino con alberi sempre verdi e foglie e frutti dal potere medicinale”, diventano “annunciatori gioiosi” perché determinati a condividere il tesoro della Parola, a lavorare per il bene comune. “E’ Dio – afferma il Papa – il segreto di questa forza di vita nuova!”
Che il Signore possa gioire nel vederci in movimento, pronti ad ascoltare con il cuore i suoi poveri che gridano a Lui. Che la Madre Chiesa di Roma possa sperimentare la consolazione di vedere ancora una volta l’obbedienza e il coraggio dei suoi figli, pieni di entusiasmo per questa nuova stagione di evangelizzazione. Incontrare gli altri, entrare in dialogo con loro, ascoltarli con umiltà, gratuità e povertà di cuore… Vi invito a vivere tutto questo non come uno sforzo gravoso, ma con una leggerezza spirituale: invece di farsi prendere da ansie di prestazione, è più importante allargare la percezione per cogliere la presenza e l’azione di Dio nella città. È una contemplazione che nasce dall’amore
Al Suo arrivo, prima dell’ingresso in Basilica per la celebrazione della Santa Messa, il Papa ha sostato brevemente sul Sagrato presso la lapide commemorativa in onore delle vittime della povertà, e ha recitato una preghiera con i fedeli presenti, appartenenti al Movimento ATD Quarto Mondo. Il Papa ha così dato inizio ufficialmente alla terza Giornata Mondiale dei Poveri che si articolerà in diversi momenti che culmineranno nella celebrazione della Santa Messa di domenica 17 novembre nella Basilica di San Pietro.
Pubblichiamo di seguito la preghiera recitata dal Santo Padre sul Sagrato della Basilica Lateranense e l’Omelia che il Papa ha pronunciato nel corso della Celebrazione Eucaristica:
Preghiera del Santo Padre
Per i milioni di bambini piegati dai morsi della fame
che hanno perso il sorriso ma vogliono ancora amare.
Per i milioni di giovani che, senza un motivo per credere o
esistere, cercano invano un avvenire in questo mondo insensato.
Noi ti preghiamo, Padre, manda operai per la Tua messe.
Per i milioni di uomini, di donne, di bambini, con cuori che
battono ancora forte forte per lottare, il cui spirito si rivolta contro
la sorte ingiusta loro imposta, il cui coraggio esige il diritto
all’inestimabile dignità.
Noi ti preghiamo, Padre, manda operai per la Tua messe.
Per i milioni di bambini, di donne, di uomini che non
vogliono maledire, ma amare e pregare, lavorare ed unissi, perché
nasca una terra solidale. Una terra, la nostra terra, dove ogni uomo
dia il meglio di sé stesso prima di morire.
Noi ti preghiamo, padre, manda operai per la Tua messe.
Perché tutti quelli che pregano trovino ascolto presso Dio e
ricevano da Lui la forza di eliminare la miseria da un’umanità
fatta a Sua immagine.
Noi ti preghiamo, Padre, manda operai per la Tua messe.
Pastori, “saggi architetti”
Ai pastori, Francesco chiede di tenere lontano la comunità “da ogni mondanità, dai cattivi compromessi”; di difenderla dai lupi rapaci” che la vorrebbero allontanare dal Vangelo, unico fondamento di ogni edificio spirituale. “Come Paolo – aggiunge il Papa – anche voi siete saggi architetti”, saggi perché ben consapevoli che solo dalla Parola di Dio nasce la Chiesa al di là del successo e delle gratificazioni immediate. Pastori che sono da sempre vicini alla gente ma capaci di volare in alto.
Da quando sono Vescovo di Roma ho conosciuto più da vicino molti di voi: ho ammirato la fede e l’amore per il Signore, la vicinanza alle persone e la generosità nella cura dei poveri. Conoscete i quartieri della città come nessun’altro e custodite nel cuore i volti, i sorrisi e le lacrime di tanta gente. Avete messo da parte contrapposizioni ideologiche e protagonismi personali per fare spazio a quello che Dio vi chiede. Il realismo di chi ha i piedi per terra e sa “come vanno le cose di questo mondo” non vi ha impedito di volare in alto con il Signore e di sognare in grande.
In ogni cuore rinasce Dio
Un cambio di passo, un’inversione di rotta è quella che ha operato Gesù purificando, ad esempio, il Tempio trasformato in un mercato. Anche i santi, spiega il Papa, hanno agito secondo una logica non compresa dagli uomini ma suscitata dallo Spirito. E’ la fiducia nella conversione operata da Dio che deve animare le équipe pastorali, a cui Francesco consegna il mandato, andando a cercare chi è lontano dalla fede e dalla Chiesa.
Non c’è cuore umano in cui il Cristo non voglia e non possa rinascere. Nelle nostre esistenze di peccatori spesso ci capita di allontanarci dal Signore e di spegnere lo Spirito. Distruggiamo il tempio di Dio che è ciascuno di noi. Eppure questa non è mai una situazione definitiva: al Signore bastano tre giorni per ricostruire il suo tempio dentro di noi!
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Il Signore apre nuovi spiragli
“Nessuno, per quanto sia ferito dal male – dice il Papa – è condannato su questa terra ad essere per sempre separato da Dio”.
In maniera spesso misteriosa ma reale il Signore apre nei cuori nuovi spiragli, desideri di verità, di bene e di bellezza, che fanno spazio all’evangelizzazione. A volte si possono incontrare diffidenze e ostilità: non bisogna lasciarsi bloccare, ma custodire la convinzione che a Dio bastano tre giorni per risuscitare suo Figlio nel cuore dell’uomo. È la storia anche di alcuni di noi: conversioni profonde frutto dell’azione imprevedibile della grazia!
Poco prima della celebrazione, la preghiera del Papa all’esterno della Basilica Lateranense davanti la Lapide in onore delle vittime della miseria. Francesco ha ricevuto in dono dal cardinale vicario di Roma Angelo De Donatis il libro “La santità è il volto più bello della Chiesa”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, con riflessioni che hanno accompagnato la diocesi nello scorso anno pastorale.